Enrica Franchini è morta dopo aver investito un capriolo con la sua auto
Il drammatico racconto della sorella di Enrica Franchini: "Ci è piovuto dal cielo come una bomba"
È giunta ieri la notizia della morte di Enrica Franchini, la donna che, lunedì scorso, è stata travolta mentre guidava la sua auto da un capriolo. I medici hanno tentato di tutto pur di salvarle la vita, ma alla fine la 48enne si è arresa nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna. In auto con lei c’era sua sorella, uscita fortunatamente indenne dall’incidente.
Davvero drammatico il racconto della sorella della vittima di questo tragico incidente stradale capitato lunedì 17 maggio sulle autostrade italiane. Le due, originarie e residenti di Sassuolo, erano andate a Milano Marittima dove la stessa Enrica aveva appena comprato una casa.
Mentre tornavano a casa, un capriolo gli è piombato sul parabrezza con una forza devastante, tanto da sfondare il vetro e finire addirittura nel bagagliaio.
L’animale era stato investito da un’altra auto che procedeva nel senso di marcia opposto, per poi essere scaraventato contro l’auto di Enrica e sua sorella.
Le condizioni di Enrica sono parse da subito gravissime. Infatti, gli operatori del 118 l’hanno trasportata subito all’ospedale Maggiore di Bologna, dove poi è deceduta due giorni dopo.
La sorella, invece, che sedeva sul sedile del passeggero, è stata colpita solo di striscio e ne è uscita praticamente indenne.
Le parole della sorella di Enrica Franchini
Intervistata dai giornalisti di La Repubblica, la sorella di Enrica Franchini, miracolosamente sopravvissuta all’incidente, ha raccontato quei terribili momenti.
L’animale è piombato contro il parabrezza. Sembrava piovuto dal cielo, come la bomba di un aereo.
Andavamo piano, non più di 80 all’ora. Un’auto sulla corsia opposta ha colpito il capriolo e lo ha scaraventato contro di noi. Ha preso in pieno mia sorella, mentre io sono stata colpita solo di striscio. Ho riportato solo un livido sul braccio, come se fossi caduta dalla bici. Di quei momenti ricordo tutto perché ero lucida. Pensavo che stessi per morire. Invece se ne è andata solo mia sorella.
Poi, la donna di 52 anni ha espresso anche parte della sua rabbia. La donna non riesce a spiegarsi come mai, nelle autostrade in Italia, non ci siano reti protettive che possano proteggere le persone e gli animali.