Il quadro elettrico dell’orditoio che ha ucciso Luana D’Orazio era stato manomesso
Arrivano i primi risultati delle perizie svolte sul macchinario che ha schiacciato Luana D'Orazio
I primi risultati delle perizie tecniche sul macchinario che ha ucciso Luana D’Orazio, iniziano ad arrivare. Purtroppo, sembra proprio che ciò che si sospettava sia accaduto davvero. Pare che il quadro elettrico dell’orditoio su cui stava lavorando la giovane operaia della ditta tessile di Montemurlo, fosse stato manomesso affinché la macchina potesse lavorare anche se la grata protettiva era stata rimossa.
Era lo scorso 3 maggio quando l’Italia intera è stata scossa dalla morte tragica e inaspettata della giovane Luana. La ragazza, di soli 22 anni, mamma di un bambino di 6, è rimasta uccisa in un incidente capitato all’interno di una ditta tessile di Montemurlo, nel pratese.
Lavorava in quell’azienda da soltanto un anno e sognava un futuro felice insieme al suo bambino e al suo fidanzato. Tutti sogni spezzati troppo presto.
La procura ha da subito aperto un’indagine per quanto accaduto. Le intenzioni sono state fin da subito di capire come sia potuto accadere e si ci siano state responsabilità da parte di qualcuno.
Sul registro degli indagati sono finite tre persone. Luana Coppini, titolare della ditta tessile, suo marito Daniele Faggi e il capo addetto alla manutenzione Mario Cusimano.
I primi risultati delle perizie effettuate sull’incidente di Luana D’Orazio
L’indagine avviata dalla procura di Pistoia ha coinvolto diversi tecnici e periti che hanno operato ed effettuato esami in diverse direzioni.
Alcuni riscontri pare che stiano emergendo dalle perizie svolte sull’orditoio su cui Luana D’Orazio stava lavorando al momento della tragedia. Gli inquirenti, affiancati dai tecnici dell’azienda produttrice tedesca, hanno esaminato la scatola nera del macchinario e pare che abbiano trovato delle manomissioni importanti sullo stesso.
Sembra che qualcuno avesse manomesso il quadro elettrico, in modo tale che l’orditoio continuasse a lavorare anche se la grata protettiva non era regolarmente abbassata.
Una manomissione che potrebbe aver impedito al sistema di sicurezza di salvare la vita della giovane mamma ed operaia.
Quella grata protettiva, dopo che Luana era rimasta incagliata negli ingranaggi, avrebbe praticamente evitato che la stessa ragazza fosse risucchiata all’interno dei pesanti rulli che, di fatto, l’hanno stritolata.
A questo punto si complica di molto la posizione dei 3 indagati. Seguiranno aggiornamenti sulla vicenda e sull’indagine.