Morte Lorenzo Zaratta: la famiglia ha chiesto un risarcimento di 25 milioni di euro
Lorenzo Zaratta è morto per un tumore a soli 5 anni: la colpa è attribuita all'ex Ilva e ai fumi respirati dalla sua mamma durante il periodo di gestazione
La vicenda di Lorenzo Zaratta non è facile da dimenticare. Il bambino è morto all’età di 5 anni per un tumore al cervello. La famiglia ha presentato una richiesta di risarcimento di 25 milioni di euro nei confronti di 9 dirigenti dell’ex Ilva.
L’accusa è quella di omicidio colposo. La documentazione afferma che nel cervello del bambino sono state rilevate polveri d’acciaio. Si ritiene che la causa siano i fumi respirati dalla madre durante la gravidanza. La donna lavorava vicino la zona soggetta a inquinamento di polveri di acciaieria e altre polveri come quelle di magnesio e zinco.
La malattia sviluppata nel piccolo Lorenzo Zaratta ha avuto quindi inizio nel periodo fetale, quando era ancora nel grembo della sua mamma.
Il sospetto che la responsabilità fosse dell’ex Ilva, è nato dal fatto che il tumore si è presentato nei primi mesi di vita, quando il bambino era minimamente esposto all’ambiente. Una malattia troppo grave, che non può presentarsi in un neonato.
Nell’ultima udienza è stata presentata la richiesta del risarcimento, ora si dovrà attendere la prossima sentenza fissata per il 14 ottobre. Entro questa data la difesa dovrà presentare richiesta di riti alternativi, mentre la Procura dovrà presentare nei capi d’imputazione le norme violate dagli imputati e le cause che avrebbero causato la malattia del piccolo Lorenzo e la sua conseguente morte.
Sostanze velenose nel cervello di Lorenzo Zaratta
Un bambino che nel grembo della sua mamma avrebbe respirato sostanze velenose. Un bambino con un tumore grave già dai primi mesi di vita e che ha lottato con tutte le sue forze, per poi spegnersi all’età di 5 anni, tra le braccia dei suoi genitori.
Le carte d’inchiesta parlano di presenza di ferro, acciaio, zinco, silicio e alluminio nel cervello di Lorenzo. Polveri respirate dalla mamma in gravidanza, durante il suo lavoro al rione Tamburi di Taranto.