Il dramma di Nazzareno Melillo, il papà dell’autista morto a Capri giovedì scorso
Nazzareno Melillo, da giovedì scorso, è un uomo distrutto per la morte di un figlio. Una morte di cui vuole saperne di più
Si fa ancora molta fatica a rassegnarsi per quanto accaduto giovedì scorso a Capri. L’unica vittima del drammatico incidente capitato a Capri è Emanuele, l’autista 33enne del minibus precipitato su uno stabilimento balneare. Nazzareno Melillo, suo padre, ha rilasciato una toccante intervista ai giornalisti di La Repubblica. Dalle sue parole traspare una tristezza inguaribile e una voglia di andare avanti solo per cercare giustizia per suo figlio.
Erano le 11:30 circa di giovedì 22 luglio, quando la splendida isola di Capri è stata travolta dalla notizia di un drammatico incidente capitato nella zona del porto di Marina Grande.
Un minibus carico di turisti, per motivi ancora in corso di accertamento, è uscito fuori strada, ha disarcionato una ringhiera protettiva ed è precipitato in una scarpata alta una decina di metri.
Il mezzo ha finito la sua corsa su di uno stabilimento balneare posizionato proprio sotto al cavalcavia, distruggendolo in gran parte e provocando terrore in decine di bagnanti e al personale della struttura balneare.
Il bilancio è stato di 13 feriti, fortunatamente nessuno di loro in pericolo di vita, e un morto. La vittima è Emanuele Melillo, l’autista che guidava proprio il bus.
Inizialmente si era diffusa un’indiscrezione che affermava che a causare l’incidente e la morte di Emanuele, fosse stato un malore subito dall’autista proprio mentre stava guidando.
La procura ha disposto un’autopsia nei giorni successivi all’incidente, che però ha evidenziato come causa della morte soltanto i gravissimi traumi nella zona toracica subiti nell’impatto e nella caduta nella scarpata.
Il dolore di Nazzareno Melillo
Il tempo passa e inevitabilmente il rumore mediatico che circonda il fatto di cronaca va a scemare. Ciò che invece non diminuisce, ma anzi aumenta, è il dolore di una famiglia che ha perso un figlio, un compagno, un padre.
Emanuele era già padre di un bimbo e ne aspettava un altro dalla sua attuale compagna. Una vera tragedia.
A condividere il proprio dolore, in una toccante intervista rilasciata ai giornalisti di La Repubblica, è stato Nazzareno Melillo, il papà di Emanuele.
Davanti agli occhi, da giovedì, ho solo il sorriso di mio figlio. Ora non esiste più il mio Emanuele, per me niente ha più senso, faccio quello che devo per dare giustizia alla sua morte.
Poi la polemica, con la quale l’uomo si chiede se la barriera sfondata dal bus guidato da suo figlio fosse regolarmente progettata e costruita.
Quale ingegnere non ha ipotizzato che quella ringhiera avrebbe dovuto avere un rinforzo? Un mezzo pubblico, con i passeggeri a bordo, avrebbe potuto avere un problema, un’avaria, un malore del conducente o una deviazione immediata. Sarebbe stata una strage, nessuno ci ha mai pensato?