Esperimenti sui cuccioli di Beagle a Verona, la denuncia
Ecco la denuncia pubblicata su Facebook
Esperimenti sui cuccioli di Beagle denunciati a Verona. Da Facebook ci arriva la terribile storia di un gruppo di una ventina di piccoli cagnolini, di appena 4 mesi, che potrebbero essere sottoposti a torture davvero indicibili. La vivisezione dovrebbe essere abolita dal metodo scientifico, per trovare soluzioni più idonee per la ricerca che non contemplino la sofferenza di povere creature innocenti.
Gabriella Dimastrodonato su Facebook ha lanciato l’allarme: dalla Francia sarebbero arrivati presso il centro sperimentale Aptuit di Verona 20 cuccioli di beagle che hanno solo quattro mesi di età.
Cuccioli destinati a crudeli pratiche invasive su un corpo ancora immaturo. Il centro è noto per la sua celerità negli esperimenti che avranno, per questo, una intensità maggiore ed un epilogo scontato di morte.
Queste le parole della donna, che aggiunge:
Guardare in faccia l’ingenuità di questi sfortunati cuccioli nati in un allevamento per vivisezione, dà il senso della portata di quanto l’uomo, per denaro, possa perseguire fini atroci.
La donna ricorda che decine di milioni di animali usati e uccisi ogni anno nei laboratori nella maggior parte dei casi soffrono tantissimo. E muoiono per il dolore fisico e per la paura, per una vita vissuta in prigione, senza nessuno che si prenda cura dei loro bisogni.
Esperimenti sui cuccioli di Beagle: diciamo basta alla vivisezione
Perché oltre che essere un crimine contro i poveri animali, non serve nemmeno a nulla:
Siccome la sperimentazione animale si concentra su patologie create artificialmente, implica variabili fuorvianti, ed è minata dalle differenze tra la patologia, la fisiologia e l’anatomia umana e non umana.
E nel post si spiega perfettamente il motivo per cui dovrebbe essere vietata in tutto il mondo:
È un metodo per investigare le dinamiche delle malattie umane, per sua stessa natura, fallace. I miliardi di dollari investiti ogni anno nella sperimentazione animale sarebbero molto più efficaci, produttivi e utili all’uomo, se reindirizzati alla ricerca clinica, epidemiologica e ai programmi di salute pubblica.