Giacomo Sartori: le parole del papà, degli amici e del datore di lavoro a Chi l’ha visto
Cosa è davvero successo la notte della morte di Giacomo Sartori? I dubbi e i misteri sono ancora troppi
Sono ancora molti i dubbi sulla morte di Giacomo Sartori, il giovane tecnico informatico scomparso e poi trovato morto impiccato a Casorate Primo. Era stato derubato in un locale, dove stava trascorrendo una serata in compagnia dei suoi amici. Nello zaino c’erano il pc e il telefono aziendali.
Durante l’ultima puntata del programma televisivo Chi l’ha visto, è intervenuto il papà del ragazzo. L’uomo si è detto convinto del fatto che suo figlio sia rimasto turbato per essere stato derubato una seconda volta. Già in precedenza qualcuno gli aveva rubato il pc aziendale, dopo aver scassinato la sua macchina. Prima del ritrovamento, i genitori avevano lanciato un appello ai microfoni della trasmissione, chiedendo a tutti di aiutarli a cercarlo. La famiglia lo aveva sentito quello stesso venerdì, dopo la fine del suo turno di lavoro.
Ha staccato da lavoro e stava andando con due amici per mangiare qualcosa e passare la serata. Era tranquillo, anzi era un periodo molto tranquillo. Era soddisfatto del lavoro. Penso che aver rivissuto la stessa esperienza del furto del pc, lo abbia colpito molto. Era molto orgoglioso.
Il racconto degli amici di Giacomo Sartori
Anche gli amici del ragazzo hanno raccontato della bellissima serata passata insieme. Giacomo sorrideva e si divertiva. Poi si è reso conto che qualcuno gli aveva rubato lo zaino, si è mostrato turbato ma non eccessivamente. Era dispiaciuto ed ha deciso di andare via. Ma cosa è successo dopo?
Il datore di lavoro crede che quella sera Giacomo possa aver cercato di rintracciare i dispositivi aziendali, entrando nel sistema con il suo cellulare personale.
Il giorno successivo al furto nessuno è riuscito a rintracciare il giovane e il suo cellulare risultava spento. In seguito vengono ritrovati i suoi oggetti personali, chiavi e carte di credito che erano contenute nello zaino, ma nessuna traccia del pc e del cellulare aziendali. Il giorno successivo, a 30 km da Milano, in una zona di campagna a Casorate Primo viene ritrovata la sua macchina. All’interno c’era uno scontrino del casello, non pagato poiché il 30enne non aveva con sé il portafogli.
Sotto un albero poco distante dalla vettura, i ricercatori trovano le chiavi, il suo cellulare personale e il suo corpo senza vita.
Le forze dell’ordine continuano ad indagare per cercare di capire cosa sia davvero accaduto quella notte e per cercare di rintracciare i ladri dello zaino.