Alessandra Clama è morta: era in stato vegetativo dal 2010 dopo un terribile incidente in auto
La comunità si stringe alla sua famigia
Alessandra Clama è morta. Aveva solo 26 anni nel 2010 quando in seguito a un terribile incidente stradale è rimasta in stato vegetativo. Da allora la sua famiglia si è battuta per garantirle tutti i diritti per poter vivere una vita dignitosa. Molti gli appelli lanciati e molta la solidarietà ricevuta in questi anni. E oggi la comunità si stringe a chi le ha voluto bene ed è costretto a salutarla troppo presto.
Alessandra Clama aveva 37 anni quando si è spenta. Era ricoverata presso l’ospedale di Gemona del Friuli, dopo essere rimasta per 11 anni in stato vegetativo dopo l’incidente automobilistico in cui era rimasta coinvolta all’alba del 20 aprile del 2010.
Stava percorrendo a bordo della sua auto la strada regionale 352, quando all’improvviso, per motivi che gli agenti che hanno indagato sul caso non hanno mai chiarito, ha perso il controllo della sua vettura. Lo schianto contro un platano a bordo strada ha causato lesioni gravissime, dalle quali non si è più ripresa.
La sua famiglia ha sempre lottato per lei. Sia per capire le reali dinamiche dell’incidente, per capire se l’albero contro cui si era schiantata fosse troppo vicino alla carreggiata. Sia per garantirle tutti i diritti spesso negati ai malati in stato vegetativo.
Il platano era troppo vicino alla strada e non era delimitato da un guard rail, nonostante la normativa lo prevedesse.
Questa la tesi dei legali della famiglia Clama, che aveva denunciato la Regione e Friuli Venezia Giulia Strada spa.
Alessandra Clama è morta dopo 11 anni di stato vegetativo
Non aveva ancora 26 anni quando l’incidente le ha tolto la sua vita. I famigliari hanno fatto di tutto per garantirle la giusta terapia e l’adeguata assistenza. Hanno anche fondato un’associazione a suo nome, diventata punto di riferimento per tutte le famiglie con ragazzi colpiti da gravi traumi cerebrali.
Sono stati anni duri, pieni di sacrifici, quasi dodici anni di lotte, ma ne è valsa la pena. Abbiamo dato ad Alessandra una vita serena, raddoppiandogliela, a detta dei medici. E questo sottolinea una volta di più quanto fondamentale sia una stimolazione continua.