La commovente storia di Millie e del suo papà affetto da demenza

Sono stati separati contro il loro volere e chiusi in una casa di cura e in un rifugio: la storia di Millie e del suo proprietario

Una storia commovente quella della cagnolina Millie, una femmina di Labrador che ha rivisto il papà umano dopo due anni. Purtroppo Lawrence Knight, questo il nome del suo proprietario, ha iniziato a soffrire di demenza nel 2019 ed è stato ricoverato in una casa di cura a Manchester.

La storia della cagnolina Millie
Credit: pixabay.com

I medici hanno stabilito che non aveva la capacità di badare a se stesso e nemmeno ad un’altra persona. Il suo cervello non riusciva più a catturare e a conservare nuove informazioni. Ma l’uomo viveva con la sua cagnolina Millie e dalla morte di sua moglie, era l’unica che gli era rimasta sempre accanto. Nemmeno più la sua famiglia si preoccupava per lui. Ma non poteva portare la cucciola in una casa di cura, così è stata affidata ai volontari del posto e si è ritrovata chiusa nel box di un rifugio.

Millie torna da suo papà dopo lunghe udienze

L’episodio ha suscitato un enorme clamore mediatico. Due persone che avevano l’una bisogno dell’altro, sono state separate contro il loro volere. Alla fine, gli avvocati sono arrivati in supporto di Lawrence Knight, che da solo non avrebbe potuto combattere alcuna battaglia. Dopo lunghe udienze in tribunale, i legali sono riusciti a far rincontrare la cagnolina Millie con il suo papà umano.

La storia della cagnolina Millie

Un incontro che ha commosso tutti e nonostante le aspettative, alla fine sono riusciti a raggiungere il lieto fine che meritavano. Oggi l’uomo di 73 anni è stato trasferito in una casa di cura in riva ad un lago, dove i cani sono i benvenuti e Millie è diventata la mascotte del posto e colei che ogni giorno solleva l’umore e regala un sorriso ai paziente e a tutti gli operatori!

La storia della cagnolina Millie
Credit: pixabay.com

È bello vedere come tutti si siano battuti per un uomo solo e malato di demenza. Aiutare i più deboli e i bisognosi ci rende delle persone migliori.