Il cucciolo di foca Kroshik vuole rimanere per sempre nel santuario dove è stato salvato
Kroshik è finito in un santuario per mammiferi marini: i volontari non potevano immaginare che non sarebbe mai più andato via
Oggi vogliamo raccontarvi la storia di un cucciolo di foca, chiamato poi Kroshik, che è stato tratto in salvo da alcuni pescatori. Trasportato in un centro di cure per mammiferi marini, si è così affezionato a quelle persone che lo avevano aiutato, che ha deciso di non allontanarsi più da loro. Nemmeno quando ormai era abbastanza grande e pronto per tornare in libertà.
Gli animali, come ormai abbiamo avuto modo di capire in diverse occasioni, riescono a creare dei legami straordinari con le persone. Non parliamo solo di cagnolini o gattini. Tutta la fauna mondiale, in determinate circostanze, riesce ad avere empatia verso alcune persone. E la storia di oggi ne è l’ennesima dimostrazione.
La vicenda si è verificata in Russia, ma ben presto si è diffusa in ogni parte del mondo. E andando avanti nella lettura, il motivo di ciò vi sarà abbastanza chiaro.
Era il lontano 2016, quando un uomo stava trascorrendo la sua tranquilla giornata di pesca sulle sponde russe del Lago Ladoga, il lago più grande d’Europa. Improvvisamente, il pescatore ha visto uno strano ammasso di pelo avvicinarsi strisciando verso di lui.
Quando era abbastanza vicino, l’uomo è riuscito a capire che si trattava di un cucciolo di foca ad anelli di Ladoga. Era sofferente. Pesava solo 4 chili e il ghiaccio gli aveva provocato delle ustioni nella parte inferiore del suo corpo. Immediatamente, il pescatore ha contattato i volontari di un rifugio per mammiferi marini del posto e ha fatto in modo che loro venissero a prenderlo in carico.
Kroshik non vuole lasciare i suoi salvatori
Nel giro di qualche mese, Kroshik, questo il nome scelto per il cucciolo di foca, si è ripreso abbastanza bene.
Il lavoro dei volontari del santuario, oltre a quello di salvare e curare i poveri animali in difficoltà, consiste anche nel reinserirli nel loro habitat naturale. E quello era il piano anche per il piccolo Kroshik.
Hanno provato più volte a riportarlo nel suo lago, ma ogni volta, che passasse qualche giorno o qualche settimana, alla fine, lui tornava sempre dai volontari.
Dopo diversi tentativi, il personale del santuario ha capito che lui voleva che quella rimanesse per sempre la sua casa.
Si comporta esattamente come un gatto. Qui ha i suoi giocattoli, cibo fresco ogni giorno e dosi infinite di coccole e carezze sulla pancia. Vive qui con noi da anni ormai, e non penso che andrà più via.