Morte del piccolo Gabriel Feroleto: il padre Nicola Feroleto ammette il suo concorso in omicidio
Dopo anni dalla morte del piccolo Gabriel, il padre Nicola Feroleto ha ammesso il suo concorso in omicidio. Pena ridotta a 24 anni
Dopo anni dalla morte del piccolo Gabriel Feroleto, il padre Nicola Feroleto ha confessato il suo concorso in omicidio. La Procura ha accolto la proposta in concordato d’appello e la pena per l’ergastolo è stata ridotta a 24 anni di reclusione.
Nel corso delle numerose sentenze, Nicola Feroleto aveva rilasciato diverse dichiarazioni e si era sempre dichiarato estraneo ai fatti, puntando il dito contro la madre del bambino, Donatella Di Bona.
Oggi, a distanza di due anni, Nicola ha confessato davanti al giudice di essere rimasto fermo e di non aver evitato che la donna uccidesse il loro bambino. Gabriel era nato da un rapporto extra coniugale dell’uomo, che viveva con la sua compagna Anna.
Donatella Di Bona e le accuse verso Nicola Feroleto
Quel giorno si era incontrato con Donatella e i due stavano per avere delle effusioni amorose in un campo. La madre era però indisposta e non poteva accontentare il desiderio di Nicola, che si è infuriato.
Gabriel ha poi iniziato a piangere. Un pianto che la donna non è riuscita a calmare, finché non ha iniziato a strangolarlo con le sue stesse mai e poi con un calzino. È così che il bimbo è morto per mano della stessa donna che lo aveva messo al mondo, mentre suo padre è rimasto fermo a guardare l’intera scena. Feroleto ha poi preso il corpicino del piccolo e lo ha gettato tra i rovi.
Mi ha detto che dovevo prendermi la colpa io, altrimenti mi avrebbe ucciso.
Queste le dichiarazioni di Donatella Di Bona, mentre Nicola Feroleto continuava a dichiararsi estraneo ai fatti. Dopo l’omicidio, l’uomo aveva chiesto alla sua compagna Anna di fornirgli un alibi, dichiarando che si trovava con lui nell’orario della morte di Gabriel. Ma la donna, già a conoscenza del tradimento, si è rifiutata di coprirlo. Mentre Donatella ha cercato di inscenare un investimento stradale, ma le sue dichiarazioni contrastanti sono presto state smascherate dagli inquirenti.
La Corte D’Assisi aveva così condannato l’uomo all’ergastolo. Oggi, Nicola ha ammesso il suo concorso in omicidio e la sua pena è stata ridotta a 24 anni di reclusione.
Mi rimprovero di non aver fatto quanto necessario per salvare la vita di Gabriel, è un rimorso che mi porterò dietro per tutta la vita.