Checco Zalone al Festival: fiaba Lgbtq, brano rap e pandemia. I social si dividono
Il comico ha trattato temi delicati con la sua solita ironia ma non tutti hanno apprezzato
Era l’ospite più atteso di ieri e forse di tutto il Festival di Sanremo, Checco Zalone per la prima volta all’Ariston. C’era molta curiosità su cosa avrebbe portato sul palco, lui che nello scherzo cerca sempre di trattare temi moralmente difficili in televisione.
E Zalone sul palco ha fatto Zalone portando temi delicati senza fare i conti con i dogmi del politicamente corretto. E sui social è scoppiata la Zalone mania ma c’è anche chi non ha apprezzato particolarmente i suoi sketch.
Checco partendo dalla Calabria ha raccontato dapprima una storia con protagonisti un vecchio professore di greco antico e un trans brasiliano per condannare l’omofobia. Prima di lasciare il palco, conscio delle possibili polemiche, ha sottolineato: “Se ci sono denunce, querele interrogazioni parlamentari, il foro di competenza è di Amadeus“.
Poi è tornato poco dopo con il ruolo di un rapper emergente “ragadi” che ha cantato il brano “poco ricco” che è letteralmente esploso sui social. Il protagonista del brano è un ragazzo ormai quasi maturo, che col rap ha fatto i soldi e, parlando di sé stesso, ricorda gli anni in cui era non disagiato ma “poco agiato”.
Checco Zalone nei panni di Oronzo Carrisi
Ed infine è apparso con un cappello e una sciarpa bianchi nei panni di Oronzo Carrisi, virologo cugino del più celebre Al bano Carrisi di cui non vuole parlare perché “lo detesta”.
Checco intona “Pandemia ora che vai via”, un brano scritto da un esercito di colleghi: da Burioni a Bassetti, da Galli a Crisanti, da Viola a Zangrillo. Infine il comico si congeda sulle note della sua “Angela”.
Zalone ha voluto trattare diversi temi sociali che attanagliano l’Italia: dall’omofobia, ai giovani dell’hinterland spesso al centro della cronaca nera, fino a finire al tema della pandemia. C’è chi ha apprezzato molto il suo stile comico e chi invece sui social l’ha criticato.