Palermo, grande spavento per un bambino di 18 mesi in overdose: le indagini
Palermo, un nuovo caso di un bambino di soli 18 mesi ricoverato per overdose: la vicenda e le indagini
Un nuove terribile episodio è avvenuto nella serata di mercoledì 9 febbraio, a Palermo. Un altro bambino di soli 18 mesi è stato trasportato in ospedale e i medici dalle analisi hanno scoperto che era in overdose. Ora gli agenti della squadra mobile sono a lavoro per ricostruire la vicenda.
Negli ultimi mesi, sempre nella stessa città, sono decine i più piccoli ricoverati per questo stesso motivo. Tuttavia, la sostanza più rilevante negli altri casi è hashish e marijuana.
Stando alle informazioni rese note dai media locali, il dramma si è consumato nella serata di mercoledì 9 febbraio. Precisamente all’ospedale pediatrico Di Cristina, che si trova a Palermo.
I primi a rendersi conto delle gravi condizioni del bimbo sono stati proprio i suoi genitori. Non rispondeva agli stimoli, di conseguenza spaventati hanno deciso di portarlo tempestivamente al pronto soccorso.
I medici sin da subito si sono resi conto che i sintomi erano quelli di un’overdose da droga. Dalle analisi hanno avuto tutte le conferme necessarie e lo hanno sottoposto tempestivamente alla terapia necessaria.
Nel giro di poche ore le sue condizioni sono notevolmente migliorate. Infatti nonostante il grande spavento iniziale, ora il piccolo sembra essere fuori pericolo. I medicinali hanno portato a buoni risultati in fretta.
Le indagini per il bambino di 18 mesi in overdose
Sono stati gli stessi sanitari ad allertare le forze dell’ordine. Gli agenti della squadra mobile hanno sottoposto i suoi genitori ad interrogatorio, ma entrambi si dicono estranei all’accaduto. Hanno detto che non fanno uso di sostanze.
Questo ovviamente non è un caso isolato. Negli ultimi mesi, sempre nella città di Palermo, sono stati più di 10 i bambini ricoverati per questo stesso motivo. La direzione sanitaria dell’ospedale sull’accaduto ha dichiarato:
Non esiste una famiglia tipo per queste situazioni, nel tempo ci siamo trovati davanti a genitori provenienti da contesti di periferia, ma anche dal centro città.