Marianna Podgurskaya, la donna incinta simbolo della guerra, è diventata mamma
L'evevano accusata di essere un'attrice e di volere soltanto visibilità. Marianna Podgurskaya, dopo la foto simbolo, è diventata mamma
È diventata un simbolo della guerra tra la Russia e l’Ucraina. Una donna incinta di nome Marianna Podgurskaya è diventata mamma durante l’invasione delle forze nemiche.
Dopo il bombardamento all’ospedale di Mariupol, bambini e future mamme sono state costrette a fuggire dalla struttura sanitaria e a cercare un riparo.
E tra le tante foto diventate virali sul web, c’è quella di Marianna, una beauty blogger al termine della gravidanza, sporca e ferita.
Oggi ce n’è un’altra di foto, che ha scaldato il cuore del mondo intero. Quella stessa donna non ha più il pancione, ma stringe tra le braccia la sua bambina.
La blogger è stata anche attaccata dall’ambasciata Russa a Londra, che attraverso un Twitter, l’ha accusata di aver recitato una parte soltanto per ottenere visibilità sui social network. Ma dopo le verifiche, si è scoperto che Marianna aveva pubblicato delle foto con il pancione ben prima che iniziasse l’invasione della Russia.
È diventata mamma di una bellissima bambina e la loro foto è diventata un vero e proprio simbolo della guerra e della crudeltà che c’è nel mondo.
La bambina è nata durante le ore serali, intorno alle 22:00, lo scorso 10 marzo. Alcune fonti ucraine hanno fatto sapere che sia la mamma che la bambina stanno bene.
Il ministro degli esteri Russo Sergei Lavrov sostiene che l’ospedale fosse vuoto.
Marianna Podgurskaya: le prove su Instagram
I giornali hanno però ben pensato di andare sul profilo social dell’influencer Marianna Podgurskaya per indagare ed hanno così avuto modo di vedere che non si tratta di un’attrice, perché già due settimane prima dell’inizio di tutto, aveva pubblicato foto con il suo pancione già enorme.
La giornalista Ucraina Olga Tokariuk ha pubblicato una foto post parto ed ha diffuso la lieta notizia:
Mamma e figlia stanno bene, ma a Mariupol è molto freddo e i bombardamenti non si fermano.