Rita Caccioppoli muore a 27 anni per un malore, ma la famiglia chiede giustizia
La famiglia di Rita Caccioppoli chiede che il caso venga riaperto. La ragazza è morta a 27 anni per un malore improvviso: cosa è emerso
Rita Caccioppoli è morta a 27 anni nel mese di aprile del 2021 a Napoli. I genitori oggi chiedono che il suo caso venga riaperto, dopo l’archiviazione da parte della Procura.
Secondo la famiglia, la ragazza è morta a causa di un errore medico. La sua terribile agonia è iniziata a novembre del 2020, quando Rita Caccioppoli ha iniziato a mostrare alcuni segni di malessere. Non riusciva ad assorbire il cibo che assumeva ed era arrivata a pesare soltanto 49 kg.
I medici, inizialmente, hanno pensato ad una tiroidite da Hoshimoto. Nonostante i numerosi esami non è però stata riscontrata alcuna diagnosi. La 27enne è stata ricoverata in ospedale per 18 lunghi giorni e alla fine dimessa per depressione da stress.
I suoi genitori non hanno mai creduto che la loro figlia soffrisse di depressione e hanno deciso di ricorrere ad un consulto privato. Da quest’ultimo non è emerso alcun disturbo alimentare e ciò che Rita ha ottenuto, è stata una prescrizione di farmaci antidepressivi.
Nel mese di aprile del 2021, le condizioni della ragazza sono peggiorate fino al suo decesso.
Secondo la Procura, che ha archiviato il caso sulla sua prematura scomparsa dopo la denuncia presentata dai familiari, Rita sarebbe morta a seguito di un malore improvviso. Questo è quanto emerso dall’esame autoptico sul suo corpo senza vita.
La famiglia chiede verità e giustizia per Rita Caccioppoli
Oggi, la famiglia è ricorsa all’aiuto di un nuovo perito, che dopo gli esami avrebbe riscontrato uno scompenso cardiocircolatorio con pericardite e miocardite non diagnosticato. Hanno richiesto che il caso della ragazza venga riaperto, attraverso il loro legale Amedeo di Pietro.
I genitori accusano i medici di non aver diagnosticato il problema di salute della giovane, che si sarebbe potuta salvare.
Oggi vogliono verità e giustizia per la morte dell’amata figlia. Sono certi che sia stata vittima di un errore medico e che sia stata dimessa con una diagnosi non veritiera.