Antony Turnone, 30 anni, morto folgorato sul posto di lavoro
Il braccio meccanico del camion che stava guidando, ha urtato un cavo dell'alta tensione causandone la folgorazione: morto Antony Turnone
Nella giornata di ieri si è consumata l’ennesima tragedia, che ha portato alla morte di un giovane sul posto di lavoro. Antony Turnone, di Martina Franca (Taranto), è rimasto folgorato mentre lavorava in un impianto fotovoltaico di San Donato, comune al nord di Lecce. Aveva solo 30 anni.
Nei giorni in cui si continua a discutere sul fatto di cronaca legato alla morte di Luana D’Orazio, la giovane mamma morta mentre lavorava in una ditta tessile di Montemurlo, in provincia di Prato, si è consumata un’altra tragedia. Dramma che ha visto morire un ragazzo di soli 30 anni.
Antony Turnone, di Martina Franca, stava lavorando, per conto di una ditta esterna, in un impianto fotovoltaico a San Donato, piccolo comune nei pressi di Lecce.
Stava manovrando un camion per la movimentazione dei container, quando il braccio metallico meccanico ha urtato contro un cavo dell’alta tensione. Immediata la scossa e la conseguente folgorazione del giovane, che è crollato a terra in condizioni che sono sembrate da subito drammatiche.
I colleghi hanno chiamato i soccorsi che sono giunti sul posto tempestivamente. Hanno preso il ragazzo e lo hanno trasportato d’urgenza all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove però è morto poco dopo il suo arrivo.
Rabbia e sgomento per la morte di Antony Turnone
La morte di Antony Turnone ha inevitabilmente scioccato tutti, sollevando ancora polemiche riguardo alla sicurezza e alle morti sul posto di lavoro.
Sul posto sono intervenuti Carabinieri, Vigili del Fuoco e l’ispettore dello Spesal, che ora dovranno stabilire con esattezza quanto accaduto e cercare eventuali responsabili.
Siamo ancora una volta costretti a commentare con il dolore nel cuore la notizia di una morte sul lavoro. Questa volta a perdere la vita è stato un giovane lavoratore impegnato su un campo fotovoltaico. Si esce da casa al mattino per guadagnarsi da vivere e poi non si fa ritorno. Tutto ciò è inaccettabile.
Queste le parole di Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Lecce.
Parole che trovano d’accordo anche Donato Congedo, presidente del comitato consultivo provinciale dell’Inail di Lecce. Lui ha voluto innanzitutto stringersi al dolore della famiglia dell’operaio, definendo l’episodio della sua morte come “l’ennesimo anello di una catena maledetta che non si riesce a spezzare”.