Silvio Longobucco, ex terzino della Juve, è morto a soli 71 anni
Il mondo del calcio italiano piange la morte di un grandissimo giocatore degli anni 60, 70 e 80. Silvio Longobucco si è spento a 71 anni
Il mondo del calcio italiano ha da poche ore appreso la notizia della morte di Silvio Longobucco. Aveva calcato i campi più prestigiosi del paese a cavallo tra gli anni sessanta e ottanta, vestendo le maglie di Ternana, Juventus e Cagliari. Aveva 72 anni ed è morto per il peggiorare della malattia di cui soffriva da qualche tempo.
Un ragazzo riservato, molto legato alla sua Calabria, con il desiderio di emergere nel club bianconero. Quanto alle sue doti tecniche, i pregi migliori sono riassunti nell’essere scattante e dotato dalla natura.
Così lo aveva definito il giornalista Angelo Caroli in un articolo pubblicato sul giornale Hurrà Juventus.
Silvio Longobucco era nato a Scalea, in Calabria, il 5 giugno del 1951. Pur essendo molto legato alla sua terra, la lascia ben presto per seguire il suo sogno, quello di diventare calciatore.
Ad accorgersi delle sue doti e farlo crescere nel settore giovanile è stata la Ternana, club umbro in cui Longobucco ha avuto modo di esordire tra i professionisti, nel 1969, nel campionato di Serie B.
Dopo due stagioni, nelle quali ha totalizzato 34 presenze, viene notato ed acquistato dalla Juventus. Quella era per lui l’occasione della vita e nel corso delle quattro stagioni successive ha dimostrato di essersela guadagnata appieno.
Con la maglia bianconera, condivisa tra gli altri con campioni del calibro di Dino Zoff e Fabio Capello, Silvio Longobucco ha collezionato in tutto 47 presenze, vincendo ben tre scudetti, di cui due fila, e sfiorando la vittoria della Champions League del 1973, persa in finale contro gli olandesi dell’Ajax.
Il cordoglio della Juve per Silvio Longobucco
Longobucco ha lasciato un ricordo indelebile nella memoria del club torinese. Nel sito internet della società bianconera, si legge:
Un terzino sinistro nel calcio che stava cambiando e che chiedeva ai difensori di fascia di spingere in avanti. Anche perché alle doti atletiche aggiungeva la determinazione del giovane che sente di avere una grande occasione per emergere.
Nel 1975 si separa dalla Juventus per trasferirsi in Sardegna, al Cagliari, con cui giocherà per ben 7 stagioni.
Nel 1982 si trasferisce ancora, questa volta al Cosenza, riavvicinandosi verso la sua terra natìa.
Concluderà la sua carriera nel 1986, nella squadra di Scalea, la sua città natale.