Janna morta per negligenza da parte degli operatori sanitari italiani? Ma la Regione Lazio replica
È destinata a far discutere la vicenda legata alla morte di Janna, una turista tedesca deceduta sulle spiagge laziali lo scorso 20 gennaio
Si chiamava Janna la giovane turista tedesca, di soli 25 anni, morta nel gennaio di quest’anno in Italia, più precisamente nel Lazio. Il fidanzato che era con lei, intervistato da La Repubblica, ha denunciato la scarsa professionalità del centralino di soccorso da lui stesso chiamato il giorno della tragedia. L’amministrazione della Regione, però, smentisce tutto.
La vicenda si è verificata lo scorso 20 gennaio. Janna e Michael, una coppia di turisti tedeschi rispettivamente di 34 e 25 anni, si trovavano sulla spiaggia di Focene, nel litorale laziale.
Erano a bordo del camper che stavano utilizzando per fare un tour europeo, quando la ragazza ha avuto un malore e si è accasciata a terra. Il ragazzo, a quel punto, ha effettuato una chiamata al numero di soccorso richiedendo l’intervento di un’ambulanza.
Stando a quanto raccontato dallo stesso Michael ai giornalisti de La Repubblica, è proprio in quel momento che sono iniziati i problemi.
Il giovane ha raccontato che già nella telefonata ha dovuto attendere troppo tempo, affinché l’operatore che aveva risposto trovasse un collega che sapesse parlare inglese.
Poi, una volta trovato, sempre con grandi problemi comunicativi, è riuscito a comunicare la sua posizione.
L’uomo ha raccontato che l’operatore gli aveva detto di lasciare acceso il gps in modo da essere trovato più facilmente. Ciononostante, ha spiegato, il mezzo di soccorso tardava ad arrivare, così ha deciso di partire con il suo mezzo e andare incontro ai medici.
Janna è morta poco dopo in ospedale
Janna alla fine è stata trasportata all”ospedale Grassi di Ostia, dove però è morta poco dopo il suo arrivo.
Immediato anche l’intervento dei Carabinieri, che hanno interrogato il fidanzato della 25enne. Anche in quel caso, ha spiegato Michael, ci sono stati gravi problemi nel parlare.
Il cadavere della giovane si trova ancora in Italia, in attesa che venga effettuata un’autopsia. La famiglia, assistita da un legale italiano, chiede di poter almeno riavere il corpo, in modo da dare alla ragazza una sepoltura.
La replica della Regione Lazio
A seguito dell’uscita dell’intervista sul quotidiano La Repubblica, la Regione Lazio ha voluto replicare alle dichiarazioni del fidanzato della vittima. Ecco il comunicato:
In riferimento all’articolo pubblicato da Repubblica cronaca di Roma si desidera precisare che la telefonata di emergenza del giorno 20.01.2022 delle ore 15.39 è stata subito gestita correttamente in lingua inglese ed è stato geolocalizzato l’intervento con le coordinate di latitudine e longitudine. La telefonata è durata circa due minuti ed il contenuto audio, concesso dalla Centrale operativa del numero unico dell’emergenza, viene per trasparenza integralmente allegato.
È stato disposto dalla Direzione regionale Salute un audit clinico su tutta la gestione del soccorso, che ha sempre avuto un supporto ininterrottamente in lingua inglese, non appena concluso, l’audit, verrà reso noto. Attualmente il servizio del numero unico di emergenza dispone di traduzione in 16 lingue, compreso l’ucraino. Ai familiari della giovane purtroppo deceduta vanno le nostre profonde condoglianze.