Bambino di 11 anni segregato in camera dalla zia e dai genitori
Il fatto risale all'estate del 2019, quando i Carabinieri di Arzachena ricevettero la telefonata sospetta dal bambino di 11 anni
È arrivata la sentenza definitiva per la zia e per i genitori del bambino di 11 anni di Arzachena, che i Carabinieri di Arzachena, nel 2019, liberarono dallo stanzino buio in cui i suddetti parenti lo tenevano segregato. I tre dovranno restare in carcere per i prossimi otto anni.
La vicenda, tragica e sconvolgente, risale all’estate dello scorso 2019. I Carabinieri di Arzachena, in provincia di Sassari, in Sardegna, il 29 giugno di quell’anno avevano ricevuto una telefonata che li aveva subito messi in allerta.
Dall’altro lato della cornetta c’era un bambino, che poi si è scoperto avere solo 11 anni, che comunicava agli agenti delle forze dell’ordine una richiesta piuttosto assurda.
Nella telefonata il bimbo diceva al carabiniere che stava cercando di mettersi in contatto con sua zia, ma che non riusciva, poiché il cellulare con cui stava telefonando era senza una scheda e perché lui si trovava rinchiuso nella sua camera.
L’intervento tempestivo dei militari nella casa, portò alla luce quella che era la drammaticità della vicenda.
Le indagini e i colloqui del bambino di 11 anni con gli psicologi, portarono alla luce la realtà. Ossia che la zia e i genitori, per punizione, lo rinchiudevano nella sua stanza, senza luce né bagno, per periodi molto lunghi. Inoltre lo costringevano ad ascoltare degli audio con delle voci demoniache e spaventose.
La condanna definitiva ai parenti del bambino di 11 anni
Oggi, a quasi tre anni dalla chiamata che ha riportato il bimbo alla libertà, è arrivata la sentenza definitiva verso quei tre aguzzini che lo tenevano prigioniero in condizioni disumane.
Già nei primi due gradi di giudizio, l’accusa chiedeva per loro tre 8 anni di reclusione.
Nonostante i ricorsi presentati dai tre imputati, la Cassazione ha rifiutato, convalidando la pena già stabilita nel corso dei due precedenti gradi di giudizio.
Il reato di cui sono stati accusati è quello di sequestro di persona e di maltrattamenti e sevizie psicologiche, nei confronti del piccolo di soli 11 anni all’epoca dei fatti.
Per la zia e per i genitori del bambino, pene inferiori a quelle previste. Questo grazie al rito abbreviato scelto in primo grado. I tre da ieri sera sono in carcere.