Jovanotti, ospite a Domenica In, ricorda suo papà Mario e racconta un episodio molto singolare
Oltre che parlare di sua figlia Teresa e della malattia che lei ha sconfitto, Jovanotti ha ricordato anche il suo adorato papà Mario
Nella puntata di ieri di Domenica In, Mara Venier ha avuto l’onore e soprattutto il piacere di ospitare e di chiacchierare a lungo con Jovanotti. Mattatore come sempre della situazione, il cantante si è anche lasciato andare in ricordi molto personali ed ha commosso tutti soprattutto quando ha parlato di sua figlia Teresa e del suo compianto padre Mario.
Puntata davvero speciale quella di ieri di Domenica In. Tra gli ospiti, quello che ha catturato più l’attenzione è stato senza dubbio Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti.
Il cantante ha fatto come sempre sorridere tutti, ma si è anche lasciato andare a confidenze piuttosto personali che comunque hanno commosso i presenti in studio e il telespettatori.
Come quando è tornato a parlare di sua figlia Teresa, che come ormai tutti sanno l’anno scorso ha sconfitto finalmente il tumore di cui soffriva. Di lei, suo papà ha detto:
Teresa ha avuto un momento di difficoltà qualche mese fa e ha dimostrato una forza strepitosa. Non sono un papà possessivo o geloso, anzi la spingo. Lei ora studia arte a New York, vuole diventare fumettista ed è molto brava. Ha un grande talento e l’ho sempre sostenuta in questo. A volte i figli realizzano i sogni non realizzati dei genitori. Da bambino volevo fare il pittore, poi però ho scoperto la musica che mi ha cambiato la vita, ma fino ai 12 anni dipingevo come un pazzo.
Jovanotti e il ricordo di suo papà Mario
Poi il cantante ha parlato di suo padre. Si chiamava Mario ed è morto nel 2015 all’età di 81 anni.
Riguardo al suo papà ha ricordato un episodio piuttosto particolare, che gli è capitato anni fa, durante uno dei suoi tanti viaggi in bicicletta in Sud America.
Lorenzo si trovava in Cile e un pomeriggio incontrò un uomo anziano che somigliava incredibilmente a suo papà, tanto che per le ore trascorse insieme a lui, lo chiamò “babbo”.
Mi piace pensare che adesso sia in Cile, a gestire un alberghetto su strada. Lui aveva sempre sognato di vivere in Sud America. Era un uomo molto simpatico ma anche molto complicato per i figli. Era severo e burbero, non aveva avuto una vita facile ed era molto contrario alle mie aspirazioni artistiche, al contrario di mia mamma.