Kirill, il bimbo ucraino con una scheggia di mortaio vicino al cuore salvato a Padova
I medici dell'ospedale di Padova hanno operato il piccolo Kirill per 7 ore, rimuovendo la scheggia e salvando la sua vita
In un periodo che di gioioso ha davvero poco, se non addirittura nulla, la storia del piccolo Kirill fa capire che esiste ancora speranza. Il bambino ucraino di 11 anni era stato trasportato all’ospedale di Padova con una scheggia di mortaio a pochi millimetri dal suo cuore. L’impegno dell’equipe medica italiana gli ha salvato la vita con un intervento miracoloso.
Dallo scorso 24 febbraio il mondo non è più lo stesso. Quel giorno le truppe dell’esercito russo di Putin hanno invaso l’Ucraina con attacchi contemporanei via terra, mare e aria. Un assalto disumano che oltre a ingenti danni a livello di strutture, ha provocato già migliaia e migliaia di morti e feriti.
In questi due mesi di terrore sono centinaia le storie commoventi di civili, che nulla hanno a che vedere con queste lotte di potere e politica, che si sono diffuse in tutto il mondo commuovendo chiunque e smuovendo il cuore di chi non può far altro che aiutare come meglio può.
Il dramma del piccolo Kirill è iniziato pochi giorni prima di Pasqua, quando la sua casa in Ucraina è stata raggiunta da un colpo devastante di mortaio. La sua mamma e il suo fratellino sono morti sul colpo, mentre lui è sopravvissuto, nonostante delle schegge lo avessero raggiunto in pieno petto.
Suo papà, rientrato a casa e trovandosi davanti a questa straziante scena, ha preso il piccolo ed ha intrapreso un disperato viaggio della speranza verso l’Italia, trovando aiuto in Veneto, a Padova.
L’intervento salvavita a Kirill
I primi esami strumentali sul bimbo di 11 anni hanno fatto capire ai dottori italiani che la scheggia era entrata dal collo e che, dopo aver tranciato alcuni vasi, si era fermata a pochissimi centimetri dal cuore.
Dopo alcuni giorni di ricovero, l’equipe guidata dal dottor Vladimiro Vida, direttore della cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Padova, sono intervenuti per salvargli la vita.
I medici, come ha raccontato il direttore, hanno dovuto ripristinare la funzionalità di arterie e vene, ridurre un aneurisma importante e poi con la massima delicatezza togliere la scheggia metallica.
L’intervento, che lo stesso Vida ha definito come uno dei più complicati della sua carriera, è durato 7 ore ed è andato bene. Le condizioni di Kirill già nella giornata di ieri sono apparse buone, ed il piccolo ha potuto parlare anche con il papà.