Doppio cognome in Italia: si potrà dare anche il cognome della madre ai neonati
Una sentenza storica della Corte Costituzionale
Sentenza storica da parte dei giudici della Corte Costituzionale. Si potrà dare alla nascita il doppio cognome anche in Italia, come del resto avviene già anche in altri paesi del mondo. Basta all’esclusiva del cognome paterno: i genitori potranno scegliere di dare anche il cognome della madre ai neonati appena venuti al mondo.
Da millenni in Italia i bambini appena nati possono avere solo il cognome del padre. Una tradizione davvero molto antica che va in contrasto però con l’articolo 3 della Costituzione, che parla di principio di uguaglianza e divieto di discriminazione basata sul sesso.
Se il Parlamento non ha mai cercato di cambiare quella che è un’usanza antica che non ha più ragione di esistere, ecco che la Corte Costituzionale, che da anni chiede al legislatore di cambiare la regola, interviene per porre fine alla tradizione considerata discriminatoria. I bambini potranno avere anche il cognome della madre.
Già nel 2016 la Corte aveva specificato che i genitori avevano la possibilità di aggiungere di comune accordo il cognome della madre a quello del padre. Nel 2021 i giudici parlavano di una questione di legittimità costituzionale.
Ma visto che il Parlamento non è intervenuto in tal senso, oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il sistema di attribuzione del cognome. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate a breve, sappiamo già quali saranno le nuove regole che i futuri genitori potranno seguire.
Doppio cognome in Italia, come funziona
I genitori possono scegliere se dare solo un cognome al figlio, se sono d’accordo, oppure il cognome di entrambi, nell’ordine concordato da mamma e papà. Se non c’è accordo, decide il giudice.
Se la Corte Costituzionale ha detto le linee guida generale, spetta ora al legislatore formulare gli aspetti pratici. Per i figli di genitori coniugati si potrebbe istituire il cognome famigliare, da prevedere al momento del matrimonio.
La ministra Elena Bonetti intervistata dal Corriere chiede ora che in Parlamento si faccia presto. Lei, che ha deleghe alla Famiglia e alle Pari Opportunità, pensa sia necessario organizzare il tema per superare la discriminazione di figli e donne.
È importante che il Parlamento legiferi e questa sentenza deve essere un’ulteriore spinta.