Bambina autistica salvata dai maltrattamenti: il commissario commosso dal suo sorriso
Un sorriso impossibile da dimenticare
Impossibile dimenticare il sorriso per il commissario che è intervenuto in un caso che ha commosso l’Italia interna. La bambina autistica salvata da maltrattamenti a Brescia, nella scuola che frequentava, ha commosso molto Antonio Milo, il commissario che insieme ai suoi colleghi si è occupato del suo caso, incastrando la maestra colpevole di vessazioni.
Il Maresciallo dei Carabinieri di Brescia Antonio Milo è stato il primo a prendersi cura della piccola di 7 anni con diagnosi di autismo che subiva maltrattamenti dalla sua insegnante. Il militare 26enne ha raggiunto la scuola elementare con i colleghi dopo aver trovato le prove delle accuse contro l’insegnante di 33 anni, che nega ogni cosa.
Il maresciallo Antonio Milo al Corriere della Sera ricorda cosa ha provato entrando nell’aula di sostegno della scuola bresciana intorno alle ore 12:
Altri colleghi stavano osservando le immagini delle telecamere di sorveglianza nascoste in quella stanza: quando è arrivato l’input di procedere il mio comandante si è diretto subito verso l’educatrice.
Il maresciallo invece è andato dalla bambina seduta a terra e rannicchiata. L’ha guardata negli occhi e le ha teso semplicemente la mano.
Non ho quasi fatto in tempo che ha allungato entrambe le braccia e si è alzata per venirmi incontro.
Sapeva che si fidava di loro, nonostante fossero dei perfetti sconosciuti giunti a turbare all’improvviso quella che per lei doveva essere la quotidianità. Così il maresciallo ha pensato bene di prenderla subito tra le braccia.
Bambina autistica salvata dai maltrattamenti: il giovane maresciallo la prende in braccio
La bambina ha subito stretto forte il collo del giovane maresciallo, come se gli stesse chiedendo di no lasciarla più. Così l’uomo le ha sussurrato di non preoccuparsi, di non avere paura, che era lì per lui. E lei gli ha riservato un sorriso che non scorderà mai più.
Quando l’ha affidata a un altro insegnante e poi alla mamma, però, la piccola voleva stare con lui:
Ha voluto di nuovo venirmi in braccio. L’ho ripresa subito perché aveva ancora bisogno di essere rassicurata.