Giuseppe Le Rose, papà del figlio di Luana D’Orazio, vuole l’affidamento esclusivo del bimbo
In collegamento video con il Tribunale dei Minori di Firenze, Giuseppe Le Rose ha ufficializzato la sua volontà nell'ottenere l'affidamento
Nei giorni scorsi si è tenuta parte del processo legato all’affidamento di Alessio, il bimbo di 6 anni figlio di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne morta a maggio dell’anno scorso in una ditta tessile di Montemurlo. In collegamento video, al processo, ha partecipato anche Giuseppe Le Rose, il papà del bimbo, che chiede ufficialmente il suo affidamento esclusivo.
Da quel maledetto 3 maggio, la vita del piccolo Alessio non è stata più la stessa. La sua mamma, Luana D’Orazio, è morta in un drammatico incidente sul lavoro capitato nella ditta tessile di Montemurlo in cui lavorava.
Da allora il piccolo, che oggi ha 6 anni, vive con i nonni materni. Gli stessi che ora stanno chiedendo l’affidamento temporaneo del bambino e vorrebbero quello esclusivo.
Ad occuparsi della vicenda è il Tribunale dei Minori di Firenze, che dovrà capire se acconsentire alla richiesta dei genitori di Luana, oppure prendere in considerazione la medesima richiesta da parte di Le Rose, il papà del bambino.
Le parole di Giuseppe Le Rose
Il ragazzo, che attualmente si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Crotone, non ha potuto presenziare in Tribunale, ma ha voluto comunque partecipare al processo, in collegamento video.
Al giudice, ha detto:
Voglio occuparmi di mio figlio, non esiste impedimento perché io non sia in grado di farlo. Purtroppo in questi mesi mi è stato negata la possibilità di vederlo o soltanto di parlargli al telefono ma io voglio fare il padre come mi spetta.
Sulla stessa linea le parole del suo avvocato, Domenico Sirianni, che ha spiegato la volontà del ragazzo di ricomporre, con l’aiuto degli assistenti sociali, il rapporto con suo figlio. Il legale ha detto:
Il mio cliente ha un impedimento oggettivo. Nonostante questo ha ottenuto la possibilità di parlare con i giudici per dimostrare che la sua capacità genitoriale non è venuta meno, ma che anzi ha compreso benissimo qual è la responsabilità di essere padre e se la vuole assumere. Se in questi mesi non gli è stato possibile comunicare con il bambino e quindi prendersi cura di lui non è colpa sua ma dell’altra parte.
La decisione del Tribunale dei minori di Firenze è stata rinviata a giugno.