Rifugiati ucraini e animali domestici cercano aiuto fino in Canada
Scappavano dalla guerra e hanno trovato rifugio a migliaia di km di distanza
Hanno viaggiato per migliaia di chilometri a bordo di aerei speciali per fuggire dalla guerra e lasciare con il cuore spezzato la loro casa in Ucraina, martoriata da fine febbraio 2022 a causa dell’invasione delle truppe russe di Mosca. Sono rifugiati ucraini insieme ai loro animali domestici che hanno trovato rifugio nel lontano Canada.
A inizio maggio 2022 un volo con 166 rifugiati ucraini è arrivato all’aeroporto internazionale di St. John, in Canada. Insieme a loro c’erano anche 11 animali domestici, 3 cani e 8 gatti. I loro proprietari non potevano lasciarli sotto le bombe, quindi hanno dovuto aspettare di prendere un aereo certi di poterli portare con loro.
A Terranova e Labrador, provincia nella parte più orientale del Canada, i cittadini ucraini in fuga dalle gombe con i loro animali domestici hanno trovato un’accoglienza calorosa. E altri proprietari di pets rimasti in patria perché non possono scappare con i loro animali domestici sperano di raggiungerli presto.
Le storie dei rifugiati ucraini e dei loro animali domestici arrivati in Canada
Sono tante le storie per fortuna a lieto fine che vogliamo raccontarti. Hanna Sukhinets ha viaggiato con Margo, il suo gatto, e Dea, il suo cane di taglia media. Per scappare dalla sua città ha dovuto prendere un treno, un autobus e poi un aereo. Suo marito e il cane più anziano sono ancora in Ucraina. Ad accogliere la donna Lori Best, che si è commossa leggendo la sua s toria.
Anche due gatti di nome Bella e Simba hanno viaggiato sullo stesso volo aereo, insieme ai proprietari Olga e Ivan Antoniuk. La coppia aveva una società immobiliare in Ucraina. Bella ha 13 anni e non aveva mai lasciato la sua casa: non è stato facile viaggiare con lei.
Tutti i rifugiati, al loro arrivo in aeroporto, sono stati accolti dalle famiglie ospitanti, che continua ad aprire le porte di casa loro a ucraini e animali domestici in fuga dalla guerra, aiutandoli anche a prendere i voli. C’è persino un gruppo su Facebook per organizzare questi viaggi della speranza. Sperando che un giorno possano fare ritorno nella loro terra, senza più bombe.