Mamma affidataria di Mario Domenico risponde alle accuse dei genitori naturali dopo il funerale
Spettava a loro organizzare il funerale
Risponde alle accuse mosse dai genitori naturali la mamma affidataria di Mario Domenico, il bimbo di soli 20 mesi morto ad Asti per una malattia che non gli ha dato scampo. La mamma e il papà, ritenuti non capaci di prendersi cura di lui, hanno lamentato il fatto che nessuno li abbia avvisati della morte e del funerale del piccolo.
Ciò che vorrei far sapere a tutti è l’amore provato dalla nostra famiglia per Mario.
Queste le parole di Emanuela, nominata dal Tribunale dei minori come mamma affidataria del bambino morto per malattia a 20 mesi. La donna è dovuta intervenire dopo i pesanti commenti sui social derivati dall’accusa dei genitori naturali in merito alla mancata comunicazione della sua morte.
Hanno scritto di tutto. Persino che se Mario fosse rimasto con la madre naturale sarebbe ancora vivo: ecco, questo mi ha ferito molto.
Subito dopo la nascita all’ospedale di Cuneo, Mario Domenico è stato affidato a Emanuela e al marito, un imprenditore di Asti. La madre naturale aveva tentato di sottrarre il piccolo al provvedimento dei giudici.
Dopo 40 giorni Mario ha iniziato a stare male, aveva crisi respiratorie, andava seguito anche quando dormiva perché rischiava di restare soffocato. Io di professione sono un’operatrice sanitaria, so ciò che va fatto in questi casi. Il padre naturale del bambino ha problemi di salute, la madre ha altre difficoltà e talvolta non si presentavano alle visite predisposte dai Servizi sociali ogni 15 giorni per vedere il figlio. Dubito che sarebbero stati in grado di gestire meglio di noi una situazione così complessa.
La mamma affidataria di Mario Domenico ferita dai commenti online
Emanuela racconta che lei, il marito e la figlia di 17 anni erano sempre con il piccolo quando ha dovuto andare in ospedale. A gennaio erano anche state avviate le procedure di adozione, ma era malato. E la famiglia non lo ha abbandonato nemmeno quando si trovava a Tortona in ospedale. Perché non hanno però avvisato i genitori naturali del funerale?
Il provvedimento dei magistrati era chiarissimo, non erano previsti contatti con loro. Il funerale lo abbiamo organizzato noi, nella nostra parrocchia alla Torretta. Perché Mario era cresciuto con noi. Eravamo noi ad andare all’asilo nido a portarlo, a prenderlo, a somministrargli i farmaci. Siamo stati noi a vivere con lui questi faticosi 20 mesi, e l’ultimo saluto abbiamo voluto tributarglielo noi. Come prevede la legge.