“Il mio tumore è incurabile, ma c’è una cosa che voglio dirvi”. La lezione di Elliot Dallen
Elliot Dallen è morto a 29 anni a causa di un tumore incurabile, ma prima di spegnersi per sempre, ha voluto lasciare a tutti una lezione
Si chiamava Elliot Dallen ed è morto a soli 29 anni, a causa di un carcinoma adrenocorticale. La sua storia si è diffusa in tutto il mondo, perché questo ragazzo ha lasciato una lezione molto importante a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di leggerla.
Elliot Dallen ha raccontato la sua battaglia sul Guardian. La terribile diagnosi è arrivata nel 2018 e nonostante le cure, già nel 2020 parlava della sua consapevolezza che non sarebbe riuscito ad affrontare la seconda ondata del Lockdown.
Il 29enne ha anche provato a sottoporsi ad una cura sperimentale, ma ha poi scelto di fermarsi, perché ha deciso di voler vivere il poco tempo che gli rimaneva al meglio e non nelle condizioni in cui le cure mediche lo riducevano, soltanto per “accumulare altri anni”.
Le parole di Elliot Dallen
Ha deciso di accettare il fatto di non avere possibilità e ha iniziato a viverla in modo diverso.
Non avendo più niente per cui combattere, non mi resta che aspettare. La battaglia è diventata mentale e mi ha costretto a riflettere… Non ho chiesto una prognosi specifica, perché non credo ci sia molto da guadagnare nel farlo, ma penso che sia questione di settimane. Ho capito l’importanza della gratitudine, ho capito di avere una famiglia straordinaria, amici presenti con i quali non ho lasciato niente di ‘non detto’. Ho capito che la mia vita va vissuta bene, così da considerarla abbastanza lunga. Questo può significare diverse cose: per alcuni viaggiare, per altri restare attivi.
Elliot si è poi rivolto a tutte quelle persone che soffrono a causa dell’invecchiamento, che iniziano a vedersi brutte per le rughe e i capelli grigi. Per lui, quelle immagini allo specchio non sarebbero mai arrivare e ne era consapevole. Ha deciso di godersi ogni minuto che la vita gli ha donato con le persone più importanti della sua vita ed ha sorriso fino all’ultimo respiro, in quel letto d’ospedale.
È una pillola amara da ingoiare, ma a me ha donato i due anni migliori della mia vita. La vulnerabilità mi ha permesso di capire che persone meravigliose siano mia sorella e i miei genitori, i miei amici.
La lezione di questo ragazzo ha raggiunto ogni parte del mondo e in tanti ne faranno tesoro per tutta la vita.