La confessione di Alessia Pifferi davanti al Gip: “Volevo essere libera”
Non voleva quella figlia, voleva una vita libera da tutto e da tutti. Questa la confessione di Alessia Pifferi davanti al Gip
Il Gip ha interrogato Alessia Pifferi ieri, venerdì 22 luglio, nel carcere di San Vittore a Milano dove la 37enne è attualmente detenuta, accusata di aver lasciato morire la figlia di soli 16 mesi.
L’omicida ha ammesso le ragioni del suo gesto. Voleva liberarsi di Diana. Per lei era un peso e le limitava la vita libera che voleva vivere. È rimasta incinta in modo inaspettato e, secondo il suo racconto, se ne sarebbe accorta a circa un mese dalla nascita.
Non ha mai nemmeno informato il padre biologico. Un uomo con cui ha avuto una relazione di poca importanza e che non sa nemmeno di essere padre.
Alessia Pifferi è accusata di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Il 14 luglio ha lasciato sua figlia Diana nella loro abitazione di Milano, dentro un lettino da camping, con un biberon di latte. Si è recata a Leffe, in provincia di Bergamo, dal suo nuovo compagno. A quest’ultimo ha raccontato di aver lasciato Diana con la sorella. Ma non era vero, la bambina moriva in quell’abitazione da sola, di fame, di sete e di stenti.
Gli inquirenti hanno trovato una boccetta di En, un potente ansiolitico a base di benzodiazepine, nella cucina della casa. E credono che Alessia possa averla data alla bambina, per farla stare calma. Ciò spiegherebbe perché nessun vicino, mentre la piccola moriva di stenti, per sei lunghi giorni, ha sentito il suo pianto disperato.
Alessia Pifferi non si è mai preoccupata di Diana
La 37enne, nei giorni di lontananza, è tornata a Milano con il compagno per questioni lavorative dell’uomo, ma non gli ha nemmeno chiesto di passare per casa. È tornata di nuovo a Leffe, per poi rientrare definitivamente a Milano il 20 luglio, quando Diana era ormai morta.
La Pifferi ha chiesto aiuto ai vicini, che hanno allarmato i soccorsi, ma i medici hanno subito capito che la piccola era morta da giorni.
Davanti al Gip ha ammesso le sue colpe, si è mostrata fredda, lucida e senza versare nemmeno una lacrima. Alessia Pifferi non voleva quella figlia, lei voleva essere libera.
Viveva una vita di menzogne. Raccontava a tutti di essere una psicologa infantile, ma era disoccupata. Raccontava al compagno che lasciava la figlia con la sorella e alla famiglia e agli amici che Diana, invece, era con una babysitter.