Incidente alla stazione di Riccione, i punti oscuri sulla morte delle due sorelle

Le esatte dinamiche ancora non si conoscono

In merito all’incidente alla stazione di Riccione, avvenuto all’alba di domenica 31 luglio 2022, i punti oscuri sulla morte delle due sorelle di 17 e 15 anni, originarie della provincia di Bologna, sono molti. Gli inquirenti devono ancora delineare le esatte dinamiche dell’incidente che ha causato la tragica morte di Giulia e Alessia Pisanu.

Giulia e Alessia Pisanu

Mentre il papà afferma che non le voleva mandare a ballare quella sera, accettando solo per sfinimento, e mentre la mamma è tornata in Italia dalla Romania, dove viveva da qualche tempo, le indagini sulla morte delle due sorelle vanno avanti, mentre a Castenaso tutta la comunità si stringe alla famiglia.

Alcuni momenti prima del tragico incidente sono stati ricostruiti anche grazie alla testimonianza di diverse persone. La secondogenita ha chiamato il padre con il cellulare di un 24enne conosciuto al Peter Pan, che ha dato loro un passaggio in stazione. A Giulia avevano rubato il telefono e quello di Alessia era scarico, ma stavano per tornare a casa.

I macchinisti hanno raccontato di averle viste sui binari, cercando di avvisarle del pericolo. 12 secondi di tentativi e poi la morte. Non si sa se la ragazzina di 14 anni seduta sui binari abbia visto o meno il treno in arrivo. Ma forse la sorella maggiore sarebbe morta per salvarla: ma perché non indossava gli stivali?

Le domande alle quali gli inquirenti e la famiglia tenta di rispondere sono molti. Anche perché mamma Tatiana, piangendo la scomparsa delle due figlie, parla di due ragazzine responsabili. La donna rumena era separata dal marito Vittorio da circa un anno.

Giulia e Alessia

Incidente alla stazione di Riccione, tante domande ancora senza risposta

I corpi di Giulia e Alessia non sono ancora stati riconsegnati alla famiglia, anche perché in realtà sono stati completamente dilaniati dal Frecciarossa che viaggiava a quasi 200 chilometri orari.

Alessia e Giulia

Il riconoscimento delle vittime, che dovrà essere confermato con l’esame del Dna, è avvenuto solo grazie al telefonino della sorella minore.