“Era una furia, ho urlato basta, ma non..”, il drammatico racconto di una vicina di Alessandra Matteuzzi
Una vicina di casa, dopo aver sentito le urla di Alessandra Matteuzzi, ha provato a chiedere a Giovanni di fermarsi: "Era una furia"
Quel giorno tranquillo, in quel quartiere di Bologna, è stato interrotto dalle grida strazianti di Alessandra Matteuzzi, uccisa a martellate dall’ex compagno 27enne Giovanni Padovani.
Una vicina di casa, ancora sotto choc, ha voluto raccontare al Corriere della Sera, cosa è accaduto in quei drammatici momenti. Stava guardando la tv, nel suo appartamento, quando all’improvviso ha sentito delle urla. Si è subito alzata, per controllare cosa stava succedendo ed è stato allora che ha visto la drammatica scena. Alessandra lo pregava di fermarsi, di andare via, ma lui sapeva esattamente come sarebbe finita.
Quando mi sono resa conto di quello che stava succedendo ho urlato ‘Basta, basta, basta!’ ma non è contato niente, perché quell’uomo era una furia. Lui la tampinava, si vedeva spesso in cortile anche quando lei non c’era. Pure lunedì era qua, poi sono andati via insieme, credo a prendere un caffè qua vicino, perché poi sono tornati poco dopo. Poi non l’ho più visto, ma lui spesso arrivava fin dentro al cortile. Quando l’hanno portata via, ieri, la donna era una maschera di sangue.
Giovanni Padovani e Alessandra Matteuzzi non si vedevano spesso, lui giocava a calcio, in serie D, in Sicilia. Si frequentavano da circa un anno, dopo essersi conosciuti sui social e da gennaio, il ragazzo aveva iniziato a comportarsi in modo strano, ossessivo. Le rendeva la vita impossibile, così alla fine la donna aveva deciso di denunciarlo ai Carabinieri.
Un altro vicino di casa ha raccontato di aver parlato con Sandra, così tutti la chiamavano, la settimana precedente. La 57enne gli aveva confidato quanto fosse terrorizzata da quell’uomo.
Mi aveva detto: ‘Guarda a breve vado dalla polizia’. Però sai, uno non può mai sapere se può essere una cosa solo sentimentale o che si concluda così da un giorno all’altro.
Anche Stefania, la sorella di Alessandra, era preoccupata per lei. Quel giorno, quando è arrivata sotto casa e ha trovato Giovanni, le due erano al telefono.
Mi voleva vedere, perché era disperata. Infatti, è venuta a casa nostra e poi ci ha detto che comunque sarebbe voluta tornare a casa perché aveva un cane, che ora sta con me, che è malato e non voleva lasciarlo solo.