Giulia e Alessia, investite dal treno: le strazianti parole del loro papà
Le disperate parole di papà Vittorio dopo la morte delle sue figlie Giulia e Alessia, investite da un treno alla stazione di Riccione
Le indagini sul caso di Giulia e Alessia, le due sorelle che hanno perso la vita alla stazione di Riccione, si sono concluse. Gli inquirenti hanno acquisito i dati della scatola nera del treno ed è risultato che il conducente procedeva a velocità ridotta e che, alla vista delle ragazze, ha subito azionato il freno di emergenza.
Purtroppo, il suo tentativo è stato vano e Giulia e Alessia sono rimaste investite e hanno perso la vita a soli 17 e 15 anni.
Oggi il padre chiede che quanto accaduto trovi delle risposte su tutti i punti ancora oscuri.
Perché le due sorelle, alle 7 del mattino, dopo una serata in discoteca, si trovavano sui binari? Cosa è davvero accaduto? Ecco le strazianti parole dell’uomo:
Non so cosa sia successo quella mattina. Ho pensato mille volte a quel momento, mille coincidenze, casualità che potevano andare diversamente, ma è finita così. So solo con certezza che le mie figlie non ci sono più. E nessuno me le ridarà. Abbiamo fiducia incondizionata nel lavoro della magistratura, restiamo fiduciosi.
Papà Vittorio ha rilasciato le sue dichiarazioni a Il Resto del Carlino. Ha spiegato che non vuole che quanto accaduto alle sue figlie resti vano. Ecco perché ha scelto di fondare un’associazione in loro memoria, per aiutare tutti i giovani a crescere lontano da ambienti pericolosi.
Chi le ha viste quella mattina, ha raccontato di due ragazze che barcollavano. Qualcuno ha dichiarato che una delle due cercava di allontanare l’altra dai binari, che il barista della stazione urlava loro di spostarsi. Tutto è accaduto in pochi istanti, il treno è arrivato e la vita di Giulia e Alessia è stata spezzata per sempre. Poco prima avevano sentito il loro papà e gli avevano detto che stavano tornando a casa.
Alessia e Giulia sono nei nostri pensieri e nel nostro cuore ogni attimo della giornata e ci rimarranno per sempre. Mi sento vicino a tutte le famiglie che vivono la nostra stessa sofferenza, dobbiamo guardare al domani con fiducia nonostante tutto. Ogni giorno sorge il sole e si può ripartire con coraggio. Le portavo ovunque, le aspettavo anche in albergo se c’era bisogno, e stavamo molto insieme. Vivevo per loro. Rispettavo il loro desiderio di autonomia ma ero sempre al loro fianco.