Omicidio del piccolo Leonardo Russo: dopo tre anni, arrivata la condanna per Gaia Russo e Nicolas Musi
La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la condanna definitiva per l'omicidio del piccolo Leonardo Russo: ergastolo
Dopo tre anni dalla vicenda del piccolo Leonardo Russo, è arrivata la sentenza definitiva per la madre Gaia Russo e per il suo ex compagno Nicolas Musi.
La Corte d’Assise d’Appello di Torino, mercoledì 28 settembre 2022, ha confermato l’ergastolo per entrambi gli accusati. La difesa aveva chiesto un nuovo esame sul materiale probatorio e i legali della madre avevano richiesto l’assoluzione della loro assistita, dichiarando che fosse vittima di violenza psicologica da parte di Nicola Musi. Richieste che sono state entrambe rigettate.
Il delitto del piccolo Leonardo Russo
Era il 2019, Leonardo aveva poco meno di due anni e viveva nella sua casa di Novara, con la madre Gaia Russo e il suo compagno Nicolas Musi.
Il bambino, secondo l’autopsia, più volte aveva subito percosse. Quell’indimenticabile giorno, era stato portato al pronto soccorso e la madre aveva raccontato ai medici che era caduto dal lettino. Un racconto che è stato presto smentito dalle indagini degli inquirenti. La donna aveva cercato di coprire il suo compagno, che secondo l’accusa è stato l’esecutore del delitto, mentre colei che avrebbe dovuto proteggerlo, era rimasta a guardare.
Gaia è uscita gridando fuori dalla sua casa di Novara, attirando l’attenzione dei suoi vicini. Da lì, è partito l’allarme ai soccorritori e alle forze dell’ordine.
Nessuno è riuscito a salvare la vita del bambino. Non poteva essere caduto dal lettino, perché i medici hanno subito stabilito che il suo decesso era stato causato da un’emorragia al fegato, conseguenza di un forte colpo all’addome.
La confessione
Soltanto dopo l’arresto, Gaia Russo ha confessato ciò che davvero era accaduto in quella casa, incolpando il suo compagno Nicolas Musi.
Dopo anni di indagini, l’uomo ha confessato di aver picchiato il bambino e anche che non era la prima volta. Gaia Russo non lo aveva mai denunciato e non aveva mai impedito le percosse. Anche quel giorno, era rimasta ferma e non aveva protetto il suo bambino.
Per questo, l’accusa ha richiesto anche per lei la condanna dell’ergastolo. Condanna confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino, per entrambi, a tre anni dall’indimenticabile delitto.