Nuova rivelazione dal carcere: “Alessia Pifferi accusa il compagno per la morte di Diana”
L'ex compagna di cella di Alessia Pifferi ha rilasciato un'intervista e raccontato le parole della madre della piccola Diana
Emerse nuove rivelazioni su Alessia Pifferi, la madre che ha abbandonato la figlia Diana in casa per 6 giorni. In un’intervista con la trasmissione Iceberg Lombardia, che verrà trasmessa questa sera, la sua ex compagna di cella ha raccontato i momenti in cui si è ritrovata a parlare con quella madre che oggi ha tutti gli occhi puntati addosso.
Sara, questo è il nome dell’ex detenuta, che adesso si trova agli arresti domiciliari, ha rivelato:
Ero in una cella di isolamento, con un’altra signora e davanti alla mia cella c’era un’altra donna da sola. Un giorno ci siamo messi a parlare tra di noi e le abbiamo chiesto: ma tu perché sei qui? Lei un po’ stento ci ha detto: sono la mamma di Diana, la bambina di 18 mesi che è morta.
Secondo l’ex compagna di cella, Alessia Pifferi è una donna che soffre molto e che ancora non realizza ciò che è davvero accaduto. È come se fosse distaccata dalla realtà. Dalle sue parole, riusciva a vedere il suo dispiacere:
Era proprio una cosa che te ne accorgi a pelle. Che stava tirando fuori una batosta forte.
Alessia Pifferi avrebbe accusato l’ex compagno
In quelle ore da sole, dietro le sbarre, le donne hanno iniziato a confidarsi e a raccontarsi le cose l’un l’altra. Mentre raccontava quello che è accaduto in quei sei giorni, secondo il racconto di Sara, Alessia Pifferi avrebbe perfino dato la colpa al suo ex compagno di Leffe.
Puntualizzava molto il fatto che se non fosse stato per il suo compagno sua figlia avrebbe potuto essere ancora viva. Dava molto la colpa a lui. Anche in questo ho visto il suo distaccamento con la realtà. Lei quando ha visto che quest’uomo spariva e poi tornava, per non scombussolare la bambina ha deciso di non portarla con lei.
L’ex detenuta si è detta molto colpita dalle parole di quella madre di 37 anni, che era rimasta sola al mondo. La Pifferi non riusciva, nei suoi racconti, a prendersi tutta la responsabilità per quanto accaduto alla sua bambina di soli 18 mesi.
“Non puoi dire che è colpa del tuo compagno. Una mente lucida non può crederlo, ma lei ne era convinta. Non lo fa per discolparsi, ne è proprio convinta. Mi ricordo che mi disse: ‘La mia bambina aveva 18 mesi, però era molto indipendente. Riusciva a mangiare da sola’. Era come se avesse voluto dirmi che la lasciava da sola, perché sapeva che poteva starci”.