Annamaria D’Eliseo: prelevato il DNA del marito, indagato a piede libero
Gli inquirenti non credono del tutto all'ipotesi che Annamaria D'Eliseo si sia tolta la vita: prelevato il DNA del marito della 60enne
Torna a tenere banco il fatto di cronaca legato alla tutt’ora non chiarita scomparsa di Annamaria D’Eliseo, la donna di 60 anni trovata senza vita nel garage di casa sua a Lanciano nel luglio scorso. Indagato a piede libero Aldo Rodolfo Di Nunzio, il marito della collaboratrice scolastica, dal quale gli inquirenti hanno prelevato un campione di DNA.
Ricostruzione dei fatti. Era il 15 luglio scorso quando i Carabinieri di Lanciano hanno ricevuto una chiamata di emergenza di un uomo, Aldo Rodolfo Di Nunzio, che richiedeva il loro intervento dopo aver trovato, nel garage della sua casa, il corpo senza vita di sua moglie.
Agli inquirenti l’uomo ha raccontato di essere tornato a casa e di aver trovato la moglie in garage, impiccata. Dopo averla slegata e adagiata sul pavimento, ha poi effettuato la chiamata di emergenza.
La vicenda ha provocato ovviamente sgomento in tutta la comunità di Lanciano, in provincia di Chieti, in Abruzzo.
L’ipotesi più accreditata era quella del gesto estremo della donna, anche se alcuni fattori hanno lasciato la porta aperta anche ad altre piste.
Indagato il marito di Annamaria D’Eliseo
Innanzitutto c’è da dire che l’autopsia sul corpo di Annamaria D’Eliseo nei giorni successivi al decesso, svolta da Cristian D’Ovidio, medico legale dell’ospedale di Fermo, non aveva portato alla scoperta della reale cause del decesso.
Gli esami tossicologici, poi, avevano evidenziato delle tracce di farmaci sedativi nel sangue della donna.
Quattro mesi prima del decesso, la signora D’Eliseo aveva scritto e depositato il suo testamento. Un elemento, questo, che lascia perplessi gli investigatori, data la giovane età della donna e le buone condizioni di salute nel momento stesso in cui il testamento è stato scritto.
Si pensa dunque all’ipotesi che, a causare il decesso di Annamaria, sia stato in un modo o in un altro lo stesso Di Nunzio, che ora è infatti indagato a piede libero per il reato di omicidio volontario.
La Procura ha disposto il sequestro di un pezzo del filo elettrico che la donna avrebbe usato per impiccarsi e il prelievo di un campione di DNA di Di Nunzio.
I risultati di questi ulteriori esami e perizie potrebbero far arrivare finalmente gli inquirenti ad una decisiva svolta. Seguiranno aggiornamenti.