Giacomo Frazzitta ha ricevuto una e-mail criptata: le parole del legale
Informazioni criptate inviate allo studio del legale Giacomo Frazzitta: la famiglia di Denise indaga sulla pista della Valtellina
Giacomo Frazzitta, da sempre legale di Piera Maggio, torna a parlare della scomparsa della piccola Denise Pipitone. Da 18 lunghi anni, l’avvocato sostiene la famiglia della bimba scomparsa da Mazara del Vallo il 1 settembre del 2004.
Grazie ai social, i riflettori sul sequestro si sono riaccesi e sono emersi nuovi elementi, non approfonditi nel 2004, che hanno riacceso la speranza del legale e di Piera Maggio.
La famiglia sta indagando, senza intralciare le indagini delle forze dell’ordine, per proprio conto, seguendo diverse piste. Ad oggi, quella più accreditata sembra essere la pista della Valtellina. Se ne è parlato molto negli ultimi giorni, soprattutto durante il programma tv Ore 14, condotto da Milo Infante.
Tutto è iniziato nel 2005, quando una donna egiziana di nome Susanna, ha raccontato ai Carabinieri di aver visto delle foto sospette sul telefono di una ragazza kosovara che faceva le pulizie a casa sua e con la quale aveva un buon rapporto. Quest’ultima non aveva il suo vero nome, poiché i suoi documenti erano falsi ed era sprovvista di permesso di soggiorno. Spesso si recava a Bergamo a trovare una zia, tale Shakira. Con lei c’erano diversi bambini della comunità kosovara e ce n’era una in particolare che parlava italiano e non la chiamava mamma. Somigliava a Denise Pipitone e aveva una cicatrice sulla guancia.
La donna egiziana fece in modo di essere presente ad un pranzo e parlando con quella piccola, si convinse ancora di più che potesse essere la figlia di Piera Maggio. La ragazza kosovara le aveva anche raccontato che la zia non poteva iscriverla a scuola, perché la piccola non aveva i documenti.
I Carabinieri così, davanti alla testimonianza, iniziarono ad intercettare la famiglia. Purtroppo nessun interprete riuscì a capire quel dialetto. Fecero irruzione durante un matrimonio, ma non trovarono Shakira e nemmeno quella bimba. La pista della Valtellina cadde così nel vuoto per mancanza di prove.
La mail ricevuta da Giacomo Frazzitta e la rabbia per le indagini mai fatte
Giacomo Frazzitta oggi sottolinea come nel 2005, non è stato fatto ciò che invece si doveva fare. La donna egiziana è deceduta quest’anno e non può più raccontare la sua verità. Ma aveva detto che sul telefono di quella ragazza c’erano delle foto che potevano essere controllate. Allora perché non è mai stata cercata e interrogata? Perché il suo telefono non è mai stato esaminato?
Oggi nessuno sa dove si trovi quella ragazza, la sua famiglia dovrebbe essere in Germania da 5 anni. Questo è ciò che testimoniano gli abitanti della Valtellina.
Qualcuno ha mandato una mail al legale e oggi Frazzitta chiede a questa stessa persona di mandare quanti più elementi possibili, perché la storia di quella bambina va approfondita. Ecco le sue parole:
Ho ricevuto da un servizio mail di posta criptata un messaggio sulla mail dello studio estremamente puntuale. Era molto telegrafico con una serie di informazioni, un indirizzo e una indicazione specifica. Stiamo cercando di arrivare a qualcosa. Se ci può dire qualcosa di più non sarebbe male. Se è una persona a conoscenza di questa nostra ricerca, potrebbe dirci di più, anche tramite questo metodo. Non è detto che porti ad un risultato, ma è un’indagine che è rimasta monca, quindi va completata.