Nuova richiesta di Alessia Pifferi dal carcere: vuole una foto della piccola Diana
Alessia Pifferi, la madre della bimba morta di stenti a Milano, ha richiesto una foto di sua figlia da tenere in prigione
Arrivata una nuova richiesta dalla prigione da parte di Alessia Pifferi, la madre della bimba morta di stenti a Milano.
La detenuta ha richiesto una foto della piccola Diana, vuole tenerla in cella. Le domande che tutti si pongono sono tre. Perché se non c’erano foto in casa sua o suoi suoi profili social della bimba, ora ne chiede una? Vuole una foto di Diana perché ha preso consapevolezza di quanto le ha fatto? Oppure cerca di guadagnarsi un’altra etichetta sociale?
Alessia Pifferi sa quanto accanimento mediatico c’è verso la sua persona. Sia dentro che fuori dalla prigione. Qualche giorno fa, mentre si recava dalla suora, in quell’unica volta che ha salito le scale da sola, lontana dall’isolamento, le altre detenute l’hanno presa per i capelli e picchiata.
Il suo legale continua ad affermare, nelle varie trasmissioni tv, che la sua assistita ancora non realizza la gravità dei fatti e cosa rischia. Le ha rivelato che quando ha lasciato Diana da sola in casa per sei giorni, non ha pensato che potesse morire. Ma durante gli istanti dell’arresto, alle forze dell’ordine aveva detto: “Sapevo che poteva finire così”.
Alessia Pifferi è sola, tutti l’hanno abbandonata. La famiglia e il compagno di Leffe. Proprio per stare con l’uomo, aveva deciso di non portare Diana con se e oggi lo incolpa nelle sue lettere. Parla di un amore fatto di alti e bassi, di un uomo che non voleva che la bimba dormisse nella sua stessa stanza, un uomo che lei capiva, visto che non era il papà biologico.
Dentro la sua abitazione, alla pareti, non c’era nessuna foto di Diana. Eppure oggi esprime il desiderio di avere in prigione una sua immagine. La madre della bimba morta di stenti è ben consapevole di cosa rischia: l’ergastolo.
Gli inquirenti sono in attesa dei risultati delle tracce di latte, per capire se il gesto della donna sia stato premeditato o meno. Il sospetto, nato dal fatto che nessuno nel palazzo ha sentito piangere la bimba per sei giorni, è che Alessia Pifferi possa averla sedata con l’ansiolitico trovato in una boccetta in cucina e appartenente ad uno degli uomini che aveva frequentato. Se così fosse, verrà accusata anche di premeditazione.