Colpo di scena durante il processo di Maria Angioni: il test della difesa ritratta
Continua il processo dell'ex pm Maria Angioni, dopo le dichiarazioni sul caso della piccola Densie Pipitone
Un colpo di scena durante il processo di Maria Angioni, l’ex pm del caso della piccola Denise Pipitone, accusata di false dichiarazioni.
Dopo 17 anni dalla scomparsa di quella bambina di Mazara del Vallo, l’ex pm ha rivelato in diretta tv, dei depistaggi che ci furono nelle indagini, subito dopo il sequestro.
Parole che hanno portato la Procura ad ascoltarla e a riaprire il caso. Dopo le indagini è però seguita un’altra archiviazione e Maria Angioni è finita sotto processo.
Tra le tante contestazioni contro l’ex magistrato, c’è quella che riguarda una telecamera di sorveglianza che avrebbe dovuto intercettare le parole di Jessica Pulizzi e che la polizia avrebbe disattivato in modo preterintenzionale.
Come test della difesa, davanti al giudice, è apparso l’ex maresciallo dei carabinieri Francesco Lombardo. Quest’ultimo, nell’anno della scomparsa di Denise Pipitone, era a capo della polizia giudiziaria.
Il test dichiara di non sapere nulla durante il processo di Maria Angioni
Lo scorso anno, Francesco Lombardo ha lavorato presso lo studio legale dell’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta. Nel mese di aprile, aveva mandato un messaggio a Maria Angioni, nel quale le aveva parlato di una seconda telecamera posizionata in via Pirandello. Telecamera che però non funzionava. Una mancanza che l’ex magistrato ha definito di intralcio alle indagini. Quel messaggio fa parte degli atti del processo.
Durante la sua testimonianza però, l’ex maresciallo ha dichiarato di non sapere nulla della seconda telecamera e che quelle informazioni nel messaggio, mandato per errore a Maria Angioni, le aveva lette su delle carte all’interno dello studio di Giacomo Frazzitta. Carte che però, secondo quanto riportato da Repubblica, non sarebbe riuscito ad indicare.
Le indagini sono state archiviate per la seconda volta, dopo 18 lunghi anni dalla scomparsa della figlia di Piera Maggio. Nel registro degli indagati erano stati iscritti Anna Corona e Giuseppe Della Chiave. Gli inquirenti hanno però deciso archiviare le indagini per insufficienza di prove.