Denise Pipitone e la pista valtellinese: emersi particolari esclusivi su un uomo kosovaro
Denise Pipitone e la pista valtellinese: lo zio della ragazza kosovara è ricercato e latitante, parla la figlia e cugina di Gijlia a Ore 14
Si attende la puntata di oggi di Ore 14, per nuovi dettagli sul caso della piccola Denise Pipitone e sulla pista valtellinese.
Ieri, Milo Infante ha mandato in onda un servizio, che ha anticipato una scoperta importante del programma televisivo. Si è parlato, dei giorni scorsi di Gijlia, la ragazza che faceva le pulizie a casa della donna egiziana e che all’epoca le aveva mostrato le foto di una bambina che somigliava a Denise Pipitone. La donna egiziana, oggi purtroppo deceduta, aveva raccontato che quella bambina parlava italiano e viveva con una zia kosovara di quella ragazza. Era l’unica che non la chiamava mamma.
Tuttavia, quando l’inviata di Ore 14 ha rintracciato Gijlia, questa ha negato tutto. Ha ammesso di aver lavorato per lei, ma che ai tempo non aveva nemmeno un telefono che scattava foto. L’ha accusata di aver mentito e ha raccontato che “beveva sempre”.
Nel 2005, gli inquirenti riuscirono ad intercettare quella famiglia kosovara, ma la pista poi cadde nel vuoto a causa dell’assenza di un interprete in grado di comprendere quel dialetto. Tra le persone intercettate, c’erano il padre della ragazza kosovara e lo zio. Ed è proprio su quest’ultimo che oggi è ricaduta l’attenzione. Ore 14 è riuscito a parlare con la figlia dell’uomo, che ha raccontato di non aver più contatti con lui, per le troppe cose brutte che ha fatto in passato. L’uomo oggi è ricercato e latitante. È accusato di sequestro di persona, violenze e stupro.
Voleva violentare la mia vicina di casa. Ha sequestrato quella ragazza della Macedonia. ha fatto tantissimi abusi. Ha fatto tantissime cose. (Riferendosi alla donna della Macedonia) Le ha detto sono senza figli, sono di qua, di la e poi l’ha segregata in casa.
Milo Infante ha poi rivelato che gli inquirenti che indagavano sulla famiglia e sul caso di Denise Pipitone, ai tempi, non avevano informato le forze dell’ordine del posto, dell’indagine sull’uomo kosovaro. La domanda sorta in studio riguarda proprio questa mancanza. Forse, avrebbero potuto ottenere informazioni utili su quello che era un pregiudicato.