L’Aquila: la morte del piccolo Tommaso poteva essere evitata
Secondo il perito nominato dalla procura di L'Aquila, parte della colpa di quanto accaduto all'asilo sarebbe della struttura scolastica
A circa sei mesi dalla tragedia che ha scosso la citta di L’Aquila, in cui ha perso la vita il piccolo Tommaso D’Agostino, investito da un’auto sfrenata fuori dall’asilo Primo Maggio, è arrivata la relazione degli esperti nominati dalla Procura. Nella stesura si legge che il decesso del piccolo si sarebbe potuto evitare. Eccone il contenuto.
Sono passati quasi sei mesi da quel terribile 18 maggio in cui il piccolo Tommaso D’Agostino, un bimbo di appena 4 anni, alunno dell’asilo nido Primo Maggio, ha perso la vita.
Il suo cuoricino si è fermato dopo che un’auto lasciata incustodita all’esterno della struttura scolastica si è sfrenata ed ha sfondato la recinzione, travolgendo lui e altri 5 bambini piccoli che stavano giocando.
A quell’episodio spiacevole sono seguiti giorni di tremendo dolore non solo da parte della famiglia del piccolo, ma anche da parte di tutta la città abruzzese.
La Procura ha ovviamente e fin da subito aperto un’indagine sull’accaduto. Il Pm Stefano Gallo ha iscritto nel registro degli indagati la donna di 38 anni, colpevole di aver lasciato l’auto parcheggiata, senza azionare il freno a mano, con dentro il figlio 12enne che, disinserendo la marcia per errore, aveva permesso alla stessa vettura di iniziare l’infernale discesa.
Lo stesso pubblico ministero aveva anche incaricato il consulente Cristiano Ruggeri di effettuare una perizia sia sull’auto che sul luogo del sinistro, che potesse aiutare a fare chiarezza su quanto accaduto.
I risultati della suddetta perizia sono arrivati proprio in questi giorni e fanno emergere una realtà abbastanza sconcertante, anche se abbastanza prevedibile.
La colpa è anche della struttura di L’Aquila
Nella stesura del perito si legge chiaramente che il decesso si sarebbe potuto evitare.
Parte della colpa appartiene ovviamente alla donna di 38 anni, proprietaria della Passat. Il freno a mano della vettura è risultato perfettamente funzionante, il che significa che la signora non lo aveva inserito.
Ma la perizia conferma anche che la struttura della scuola stessa non era idonea a garantire la sicurezza totale dei bambini presenti nel parco giochi. La recinzione in particolar modo.
Secondo il perito come concause preesistenti va evidenziato il libero accesso e parcheggio delle auto nell’area comune della struttura scolastica, “che costituisce elemento di evitabilità originaria all’evento la cui efficacia era legata all’analisi del rischio. Precludere l’accesso ai veicoli interni spiega e se consentito, la gestione degli stessi e parcheggio, impedendo la sosta in posizione prospiciente e parallela alla rampa, avrebbe di certo evitato la genesi dell’evento“.