Haley Parke fa nascere il suo bambino lo stesso giorno della morte del marito: “Doveva abbracciarlo, ho agito per amore”
Una storia che ha commosso tutti. Una madre di nome Haley Parke ha chiesto l'induzione del parto nel giorno della morte di suo marito
La storia di questa madre ha commosso il mondo intero. Haley Parke ha dato alla luce il suo bambino prima del termine della gravidanza, per permettere al marito, malato di cancro, di abbracciarlo per la prima ed ultima volta.
Quando hanno scoperto di essere in dolce attesa, una luce è arrivata nella vita di Haley Parke e del marito John Brinton (JB) Parke. Purtroppo l’uomo ha scoperto di avere un brutto male nel 2021.
Erano sposati da circa tre anni e avevano già un figlio piccolo. La moglie è sempre rimasta accanto al marito e ha sperato che la notizia della gravidanza, gli avrebbe dato la forza per vincere quella dura sfida contro la vita.
Purtroppo, il successivo 28 novembre del 2021, John è stato ricoverato in ospedale, a seguito di un peggioramento delle sue condizioni di salute. I dottori sono stati sinceri con lui e con la futura mamma. Non potevano fare più nulla e gli rimanevano pochi giorni di vita.
Non ci ha pensato due volte Haley, ha chiesto ai dottori un’induzione del parto. Mancavano 3 settimane alla data prevista, ma lei non poteva dare alla luce il figlio da sola e sapere che il marito non lo avrebbe mai abbracciato.
Una richiesta che è stata accolta dall’ospedale, l’umanità dei medici ha compreso la sofferenza di quella famiglia. Così, dopo l’induzione, la donna è stata portata in sala travaglio. Le cose non sono andate proprio come previsto e, alla fine, ha partorito con un cesareo d’urgenza.
Nulla importava in quel momento, nemmeno il dolore di una cicatrice che avrebbe portato per il resto della vita. E la cosa più bella è accaduta proprio dopo la nascita.
Il racconto di Haley Parke
Il miracolo di tutto questo? Quando il nostro bambino è stato posizionato sul petto di John, i suoi segni vitali sono migliorati all’istante. Era anche riuscito a capire, nonostante le sue gravi condizioni, che nostro figlio era lì e stava facendo piccoli movimenti con la testa e dolci gemiti.
Il letto della donna è stato portato nella stessa stanza del marito, i medici le hanno concesso di trascorrere gli ultimi momenti della vita dell’uomo tutti e tre insieme.
Ho trascorso il mio tempo di recupero guardando mio marito. Lo guardavo con tristezza, ma con ammirazione per la sua forza. Ha fatto i suoi ultimi respiri con nostro figlio sul petto e la mia mano nella sua.
Le persone hanno definito le mie azioni coraggiose ed eroiche. Io lo chiamo semplicemente amore. Ho agito per amore. Ho riposto la mia fiducia in Dio, sapevo che questo faceva parte del suo piano e ho fatto quello che dovevo fare, per amore, per soddisfare l’ultimo desiderio di mio marito.