Sinisa Mihajlovic: il giorno doloroso del funerale
Alla presenza della più alte cariche dello sport italiane e serbe e dei più grandi personaggi del calcio, l'ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic
Nella mattinata di oggi, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, si è tenuto il funerale di Sinisa Mihajlovic. Migliaia i presenti, volti noti dello sport e non, che hanno voluto dare l’ultimo saluto all’ex calciatore e allenatore serbo, sconfitto dalla leucemia a soli 53 anni.
Per capire quanto profondo sia il segno che Sinisa Mihajlovic ha lasciato in qualunque squadra o ambiente sportivo che ha frequentato, basta guardare le immagini di quanto successo oggi.
Migliaia di persone si sono ritrovate alla chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, per dare l’ultimo saluto non solo a un professionista esemplare, ma soprattutto ad un grande uomo.
Ministri, alte cariche dello sport italiane ma anche serbe, ex colleghi calciatori e allenatori, i presidenti delle squadre con cui ha giocato o che ha allenato, tifosi, amici, conoscenti, ma anche tanti che non lo conoscevano. Perché attraverso le sue apparizioni pubbliche, Sinisa aveva comunque fatto sempre capire che grande persona fosse.
L’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic
A celebrare la messa, da Bologna, è arrivato l’arcivescovo cardinale Matteo Maria Zuppi. Molto toccante la sua omelia, nella quale ha sottolineato la forza, ma anche la fragilità, con cui ha affrontato la sua lotta.
Togliamo le pietre dal nostro cuore per vivere in pace con noi e gli altri. Ci stringiamo intorno a loro e a chi è legato a lui. Sinisa voleva diventare vecchio con tanti nipoti, è stato uno capace di dare un’occasione a chi non l’aveva mai avuta e vorrei che oggi sentiate l’affetto della madre chiesa. Proprio perché è una madre non si arrenderà mai al dolore dei suoi figli. È un saluto doloroso che ci lascia increduli.
Poi ha continuato dicendo che lui “non è scappato davanti alla malattia, ha dato forza mostrando la fragilità dolce di un guerriero. E la fragilità è una porta, non un muro“.
Da Francesco Totti a Claudio Lotito, da Massimo Ferrero a Igli Tare. Presenti anche Daniele De Rossi, Gianni Morandi, il sindaco di Roma Gualtieri, il ministro dello sport Andrea Abodi, Vincenzo Montella, Bruno Conti, il Presidente del Coni Malagò e il Commissario Tecnico della nazionale italiana Roberto Mancini.
Quest’ultimo tra i più affranti, raggiunto dai giornalisti, ha detto con il cuore in gola di essere particolarmente addolorato, per la perdita di quello che ha definito un vero e proprio fratello. Lui, tra gli altri, ha portato la bara di Sinisa in spalla.
Alla fine della funzione, il carro funebre ha accompagnato il feretro al cimitero del Verano, dove Sinisa è stato seppellito.