Addio Simba, il bimbo guerriero affetto da una grave disabilità, che ha salvato la vita del fratello
Il piccolo Simba, il bimbo di 3 anni e mezzo che viveva da anni ne La Casa di Matteo, ha perso la vita: ha aiutato a salvare il fratello
Una notizia straziante è quella arrivata in queste ultime ore, su un bimbo di 3 anni e mezzo, chiamato da tutti Simba, come uno dei personaggi del Re Leone. Purtroppo dopo una lunga e difficile lotta, ha perso la vita ed ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di chi gli voleva bene.
Sono davvero tante le persone sconvolte da questa perdita improvvisa e straziante. Infatti sui social sono molti i messaggi di cordoglio pubblicati per il piccolo.
La storia di questo bambino è iniziata diversi anni fa, quando aveva solamente 4 mesi. Il piccolo è stato salvato in tempo da un’assistente sociale, che nel vedere la situazione, lo ha portato subito via.
Era nato in una baraccopoli, da una madre che purtroppo aveva problemi di tossicodipendenza. Ovviamente nel vedere le condizioni in cui viveva, hanno tolto alla donna anche l’altro figlio, che successivamente ha trovato una nuova famiglia.
Il piccolo Simba era affetto da una grave disabilità. Infatti viveva nel La Casa di Matteo di Napoli. Una struttura che si occupa di bambini affetti da disabilità ed abbandonati, oppure con i genitori che non riescono a gestirli da soli.
Viveva lì dal momento in cui lo hanno dimesso dall’ospedale. Purtroppo però è solo nella giornata di mercoledì 4 gennaio, che ha esalato il suo ultimo respiro. Il funerale è stato celebrato nella giornata di ieri, giovedì 5 gennaio.
Le parole dell’assessore sul decesso del piccolo Simba
La storia di questo bambino ha colpito migliaia di persone e tra queste anche l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese. Quest’ultimo in uno straziante post sui social, ha scritto:
Simba ha perso la vita sereno ed amato nella casa che lo ha accolto dalla nascita. Non aveva nessuno della sua famiglia originaria. Ha avuto una delle sue crisi e purtroppo o per fortuna, non l’ha superata.
Ha perso la vita tra le braccia di Marco, che lo ha voluto accompagnare in queste momento importante. Questo è il senso e lo scopo della La Casa di Matteo. Siamo fortunati che ci sia una realtà simile e delle persone che lo portano avanti con amore e dedizione e non come un semplice lavoro.