Neonato morto durante l’allattamento: anche Chiara Ferragni ha voluto scrivere qualcosa
Il messaggio di Chiara Ferragni sulla vicenda del neonato morto durante l'allattamento: il post nelle storie
La vicenda del neonato che purtroppo ha perso la vita durante l’allattamento, sta facendo molto discutere. Tante donne infatti si stanno mettendo nei panni di quella mamma, che stremata dal parto si è addormentata. Tra queste anche Chiara Ferragni.
La star dei social, in queste ultime ore nell’apprendere la triste notizia, ha voluto scrivere la sua esperienza in una storia su Instagram. Dopo aver pubblicato un articolo, ha scritto:
Le donne vengono sempre lasciate sole e questo è un problema grandissimo. Mi ricordo ancora di quando ho partorito Leo dopo un’induzione di 24 ore e quando mi è stato lasciato attaccato al seno per l’allattamento ho rischiato in primis di addormentarmi diverse volte.
Ci vuole supporto ed aiuto. Siamo mamme e donne e non super eroi.
Con queste parole Chiara Ferragni ha voluto mostrare la sua vicinanza a questa famiglia e parlare anche di questo problema, che purtroppo riguarda ancora troppi ospedali.
Neonato perde la vita durante l’allattamento: la vicenda
I fatti sono accaduti nella notte tra il 7 e l’8 gennaio. Precisamente all’ospedale Pertini, che si trova nella città di Roma. La donna che ha passato 17 ore di travaglio, era alla terza notte di ricovero.
Nel suo racconto, ha dichiarato di aver chiesto aiuto alle infermiere diverse volte, ma ogni volta le dicevano che non potevano prendere con loro il bambino. Era stanca e stremata.
Per questo dopo aver attaccato il suo bambino con tre giorni di vita al seno, si è addormentata. Quando una delle infermiere del turno di notte, è entrata nella stanza per controllare, ha visto che il piccolo era bianco e non respirava più.
Lo ha preso tra le braccia ed ha anche chiesto l’intervento dei medici. Tuttavia, nonostante le manovre di rianimazione, per lui non hanno potuto far più nulla, se non constatare il decesso. La Procura ora ha avviato un’indagine ed anche il Ministero della Salute si sta occupando del caso. Lo scopo è quello di capire se il personale ospedaliero abbia messo in atto tutte le procedure necessarie.