Neonato morto al Pertini: le nuove dichiarazioni del papà agli inquirenti
La versione del papà del neonato morto al Pertini agli inquirenti: è uno dei testimoni principali della vicenda
Al momento sono in corso tutte le indagini sulla triste vicenda che ha visto un neonato di soli 3 giorni perdere la vita, mentre era allattato da sua madre. Gli inquirenti stanno portando avanti tutte le indagini ed hanno ascoltato il marito della donna, come primo testimone.
Sull’accaduto è intervenuto anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha chiesto alla Regione una relazione dettagliata di tutto quello che è successo.
I fatti sono avvenuti nella notte tra il 7 e l’8 gennaio. La mamma di 30 anni, che lavora con educatrice dell’infanzia, dal racconto della nonna, ha scelto di partorire in quell’ospedale per portare avanti la tradizione di famiglia. Visto che anche lei era nata nello stesso nosocomio diversi anni prima.
Tuttavia, tre giorni dopo il parto naturale e 17 ore di travaglio, si sentiva stanca e stremata. Ha chiesto più volte ai medici di portare il figlio al nido per qualche ora, ma nessuno l’ha mai ascoltata.
Il pm ha deciso di avvisare un’inchiesta per il reato di delitto colposo, al momento senza indagati. Il marito è proprio il primo che ha raccontato la sua versione.
Subito dopo di lui, verranno ascoltate anche le tre donne che erano in stanza con la mamma. Una di loro ha allertato un’infermiera in quella stessa notte, poiché si è resa conto che c’era qualcosa di strano.
Le dichiarazioni del papà del neonato deceduto al Pertini
L’uomo, che insieme alla moglie è la parte offesa della vicenda, ha raccontato di nuovo la sua versione:
Nonostante il travaglio durato 17 ore, le hanno portato subito il bambino perché lo allattasse. La mia compagna ha detto immediatamente di essere stanca, di fare fatica a tenere gli occhi aperti. È stato chiesto alle infermiere che portassero nostro figlio alla nursery, perché lei era spossata, ma hanno trovato sempre scuse diverse per opporsi.
Hanno sottovalutato lo stato della mia compagna. Le visite delle infermiere non sono mai avvenute a intervalli precisi, ma sempre in modo casuale. L’organizzazione dei turni ci è apparsa approssimativa.