Processo Katalin Erzsebet Bradacs: la testimonianza del papà del piccolo Alex
Katalin Erzsebet Bradacs ha ucciso il suo bambino di due anni per vendicarsi del suo ex: l'uomo è arrivato in Italia per testimoniare
Continua il processo per il delitto del piccolo Alex, il bimbo di soli due anni che ha perso la vita per mano della madre Katalin Erzsebet Bradacs.
Era un normalissimo giorno del mese di ottobre del 2021, quando una donna è entrata in un supermercato Lidl a Po’ Bandino, in provincia di Perugia. Tra le braccia stringeva un bambino privo di sensi. Lo ha adagiato su una della casse, mentre nella totale disperazione chiedeva aiuto.
Purtroppo il piccolo Alex era già privo di vita. Nessuno ha potuto fare nulla per aiutarlo o per aiutare quella che credevano la sua povera madre. All’arrivo degli inquirenti, non ci è voluto molto per capire la straziante verità.
Era stata proprio la donna a spezzare per sempre la vita di Alex, lo aveva fatto con diverse coltellate al torace e al collo. Katalin Erzsebet Bradacs era scappata con il minore dall’Ungheria, dopo un’udienza sull’affidamento del figlio. Il giudice aveva deciso di affidarlo al suo ex compagno e papà del piccolo.
Una sorta di vendetta, se lei non poteva avere Alex, non doveva nemmeno l’uomo. Dopo aver compiuto il delitto, la madre ha scattato delle foto al bambino e le ha inviate al suo ex, insieme a messaggi minatori. Una chiara testimonianza di quello che aveva fatto.
Oggi il papà di Alex, dopo due anni dai fatti, è arrivato in Italia per testimoniare al processo. È entrato in aula, non è riuscito a guardare la sua ex in faccia e si è seduto, in attesa di essere ascoltato.
Nobert Juhaz, 46 anni, ha raccontato che dopo la fuga di Katalin, ha cercato di convincerla per due lunghe settimane a tornare in Ungheria. La donna, alla fine, aveva accettato. Sarebbe tornata, ma ad una condizione. Avrebbe continuato a vedere Alex. Poche ore dopo, sul suo cellulare sono arrivate quelle foto. La madre aveva spezzato la vita del suo bambino per sempre.
Ora è accusata di omicidio premeditato. Secondo gli inquirenti, l’imputata aveva pianificato tutto. La fuga in Italia, il delitto, la vendetta nei confronti del suo ex e il tentativo, entrando nel supermercato, di nascondere ciò che aveva fatto, incolpando terze persone. Tuttavia, le telecamere e gli indizi hanno portato ad un solo colpevole: lei.
Durante la testimonianza del papà del piccolo Alex, la donna ha reagito in modo incontrollabile, tanto che sono stati costretti ad accompagnarla fuori. In quel momento, l’uomo stava raccontando delle sue accuse in Ungheria. Aveva tolto la vita ad un povero gattino, lanciandolo contro un muro.