Il padre di Saman Abbas punta il dito contro il fidanzato: “Per noi i colpevoli sono o il fidanzato o qualcuno nella comunità italiana”
Il legale del padre di Saman Abbas è intervenuto durante la trasmissione Quarto Grado ed ha puntato il dito contro il fidanzato della ragazza
Il prossimo 17 marzo si terrà un’altra udienza per il caso di Saman Abbas e verranno ascoltati i testimoni chiave del delitto. Mentre si attende ancora la sentenza in Pakistan per l’estradizione del padre Shabbar, già rimandata ben dodici volte.
L’uomo è accusato di essere il mandate del delitto della figlia, insieme alla moglie Nazia, oggi ancora latitante. Tuttavia, continua a negare le accuse e a puntare il dito contro lo Stato Italiano. Attraverso il suo legale, durante il programma Quarto Grado, Shabbar ha fatto sapere all’Italia il suo punto di vista.
Continua a ripetere che la figlia è ancora viva e che, se quel corpo ritrovato a Novellara appartiene davvero a Saman Abbas, il colpevole è ancora a piede libero. L’avvocato di Shabbar incolpa il fidanzato della 18enne pakistana e la comunità italiana.
I genitori non c’entrano nulla e neanche la famiglia. Per noi i colpevoli sono o il fidanzato o qualcuno nella comunità italiana. È stato incolpato Danish, per esempio, ma, al momento, né noi né voi possiamo dire cosa sia successo realmente. Si punta il dito senza avere prove.
Danish e il ritrovamento del corpo di Saman Abbas
La svolta sul caso Saman Abbas è arrivata grazie allo zio Danish, che ha indicato agli inquirenti il punto dove la giovane era stata seppellita. Proprio grazie alla sua testimonianza, dopo un anno e mezzo, è stato ritrovato il corpo. L’autopsia ha confermato che si tratta proprio della 18enne.
Danish continua a dirsi innocente, ha raccontato che quella sera è stato svegliato dai due cugini, Ijaz e Nomanulhaq, che lo hanno informato del decesso di Saman, morta secondo loro per mano della madre Nazia. L’imputato ha confessato di aver partecipato alla sepoltura, ma di non essere l’esecutore materiale del delitto.
È stato il fratellino di Saman, dopo la sua scomparsa, a puntare il dito contro di lui e i due cugini. Secondo il minore era stato proprio lo zio a convincere i suoi genitori a punire la sorella per il disonore inflitto alla famiglia.
La 18enne pakistana non voleva accettare il matrimonio combinato e si era innamorata di un altro giovane pakistano. Quello stesso fidanzato, Ayub Saquib 23 anni, che ha allertato le autorità poiché non riusciva più a contattare Saman. Era stata proprio la ragazza, che aveva capito che stava per succedere qualcosa, a chiedergli di chiamare gli inquirenti se non l’avesse più sentita. Oggi Ayub vive sotto protezione nel Nord Italia.