Jimmy Carter è in fin di vita, l’ex presidente ha detto basta agli interventi medici: “Vuole trascorrere il tempo che gli resta con la sua famiglia”
Non ha più intenzione di sottoporsi agli interventi medici, l'ex presidente Jimmy Carter vuole vivere in pace il tempo che gli resta
Jimmy Carter, l’ex presidente degli Stati Uniti, è in fin di vita. Una triste notizia divulgata dalla sua fondazione.
Il 98enne ha deciso di interrompere ulteriori interventi medici. Vuole trascorrere il tempo che gli resta a casa con la sua famiglia.
Nel 2015 si era sottoposto ad un intervento chirurgico per il suo tumore al fegato. Oggi è stanco di trascorrere la vita tra le mura degli ospedali e vuole soltanto vivere appieno quel poco tempo che gli resta.
Jimmy Carter ha deciso di trascorrere il tempo che gli resta a casa con la sua famiglia. Vuole ricevere cure palliative invece di ulteriori interventi medici.
L’organizzazione benefica creata dallo stesso ex presidente, ha voluto ringraziare le tantissime persone che si sono strette al dolore della famiglia. Ha chiesto inoltre che venga rispettata la privacy in questo triste momento.
Eletto presidente degli Stati Uniti nel 1976
Jimmy Carter è stato il 39° presidente degli Stati Uniti. Eletto nel 1976 dopo la vittoria contro Gerald Ford e in seguito battuto nel 1980 da Ronald Reagan.
Ha festeggiato il suo ultimo compleanno, 98 anni, insieme alla sua famiglia e ai suoi amici a Plains, la sua piccola città nativa della Georgia.
Il tweet del nipote di Jimmy Carter
Il nipote di Jimmy ed ex senatore della Georgia, Jason Carter, ha ringraziato tutti attraverso tweet. Ha fatto sapere di aver incontrato i suoi nonni e di averli trovati sereni.
Come sempre la loro casa è piena d’amore. Grazie a tutti per le parole affettuose.
Jimmy Carter (James Earl Carter Jr.) è nato il 1 ottobre del 1924 a Plains, in Georgia. È stato il 39° presidente degli Stati Uniti dal ’77 all’81, un membro del partito democratico, il 76esimo governatore della Georgia dal ’71 al ’75 e senatore dello stato della Georgia dal ’63 al ’67. Nel 2002, ha ricevuto il premio Nobel per la pace, grazie al suo grande lavoro umanitario.