Sara Scimmi, caso riaperto: era già senza vita quando un Tir l’ha travolta nel 2017?
La ragazza era appena uscita dalla discoteca
Riaperto il caso di Sara Scimmi, la ragazza che ha perso la vita nel 2017 a 19 anni uscendo dalla discoteca, travolta da un Tir a Castelfiorentino, in Toscana, dove viveva con la famiglia. Proprio la famiglia ha spinto la Procura a riaprire dopo anni il caso, perché secondo le ultime indiscrezioni il suo corpo era già privo di vita quando il camion è sopraggiunto e l’ha investita.
La Procura di Firenze ha deciso di riaprire il caso del decesso della ragazza di 19 anni, trovata senza vita il 9 settembre del 2017 ai bordi della strada regionale 429 a Castelfiorentino. I segni sul suo corpo erano compatibili con l’investimento da parte di un mezzo pesante.
La famiglia, però, non ha mai creduto a questa versione, anche perché ci sono elementi che portano a dimostrare che sul suo corpo c’erano segni precedenti di violenza. Qualcuno potrebbe averla già lasciata senza vita a bordo strada, simulando l’incidente stradale.
Sara aveva trascorso la serata con le amiche in discoteca. Forse era salita in auto con qualcuno per ottenere un passaggio, qualcuno di fidato. L’avvocato Antonio Guglielminelli e la società statunitense Emme Team stanno aiutando i genitori e la sorella di Sara a capire cosa è successo alla giovane.
Sono state presentate nuove prove. Come la manomissione della copia forense dello smartphone che la 19enne usava. E l’identificazione di un’auto, presente nei filmati di videosorveglianza, sulla quale forse viaggiava Sara Scimmi prima di perdere la vita.
La famiglia di Sara Scimmi fa riaprire il caso a 6 anni dalla sua scomparsa
Nel frattempo nuovi testimoni di quella notte si sono fatti avanti e le perizie eseguite sui social network e sul telefono di Sara Scimmi, hanno permesso di acquisire elementi importanti. Dopo quasi sei anni, la famiglia ha l’occasione di portare a termine una lunga ed estenuante lotta per conoscere la verità ed ottenere giustizia.
Intanto, è in corso il processo di appello a carico di Milko Morelli, autotrasportatore di Pisa riconosciuto colpevole in primo grado. Lui non sa se Sara era viva quando il suo camion le è passato sopra.