Dopo 16 anni, papà Filippo chiede la riapertura delle indagini sul caso di Ciccio e Tore
Papà Filippo ha bisogno di sapere la verità sui suoi figli Ciccio e Tore. Oggi quei bambini che erano con loro sono diventati adulti
Dopo 16 lunghi anni, durante la trasmissione Storie Italiane, papà Filippo chiede la riapertura delle indagini sul caso dei suoi figli Ciccio e Tore. La storia di due bambini che ha segnato la cronaca italiana. Avevano 11 e 13 anni, quando sono scomparsi nel 2006 a Gravina di Puglia.
Due anni dopo, nel 2008, i due bambini sono stati trovati senza vita. Erano usciti per giocare con altri coetanei, volevano girare un film con la videocamera di uno dei genitori. Ma quel giorno, Ciccio e Tore non sono mai tornati a casa.
I primi sospetti si sono concentrati proprio su papà Filippo, che è stato arrestato. Poi, due anni dopo, alcuni soccorritori intervenuti per aiutare un bambino in un casolare di mattoni, hanno trovato i corpi dei suoi figli in una cisterna. Grazie alle indagini, il papà è stato scagionato. Ma quanto accaduto, dopo 16 anni, è ancora avvolto nel mistero.
L’uomo è stato risarcito con una somma di 65 mila euro per ingiusta detenzione.
Le parole del papà di Ciccio e Tore
Filippo oggi chiede che le indagini vengano riaperte, ha bisogno di sapere la verità e chiede a chi sa, di parlare.
Se qualcuno sa qualcosa parli per arrivare alla verità. In qualità di genitore voglio la verità su cosa è successo quella sera ai miei figli perché non si può vivere tutto questo tempo senza sapere nulla.
Anche il legale dell’uomo è intervenuto durante la trasmissione, sottolineando l’intento a richiedere la riapertura dell’indagini e il fatto che gli amici di Ciccio e Tore, all’epoca 14enni, non sono imputabili. Per questo si appellano a chi quel giorno ha visto cosa sia davvero accaduto.
Noi chiediamo di rivedere a 360 gradi cosa è successo. Già nel 2014 ci abbiamo provato ma poi la richiesta è stata archiviata perché secondo i giudici non sarebbe stato utile sentire quei ragazzini perché era passato troppo tempo e i loro ricordi avrebbero potuto essere confusi.
I genitori sono certi che si sia trattato di un gioco finito male, una prova di coraggio che Ciccio e Tore potrebbero aver affrontato, sollecitati dai loro amici e che è finita nel peggiore dei modi. Secondo l’autopsia, i due bambini hanno sofferto ore, prima del decesso. Già in passato papà Filippo aveva lanciato un appello e oggi lo ribadisce:
Adesso quei bambini sono cresciuti e sono degli adulti. Sono abbastanza grandi da capire che io, come padre, non posso rassegnarmi. Nonostante ciò che mi è stato fatto, ho ancora fiducia nelle istituzioni e nella giustizia e chiedo il loro aiuto. Riaprono indagini di casi vecchi 30 anni fa perché sul mio no?