Chiara Gualzetti: confermata la condanna per il killer della 16enne
Uccise Chiara Gualzetti nel giugno del 2021 e a luglio 2022 era stato condannato in primo grado a 16 anni: condanna confermata in appello
Nella giornata di ieri, il Tribunale di Bologna ha emesso la sua sentenza in appello per il ragazzo che il 27 giugno del 2021 aveva tolto la vita all’allora 16enne Chiara Gualzetti. Confermata la condanna del rito abbreviato. Il 18enne dovrà scontare una pena di 16 anni e 4 mesi di reclusione.
Sembra avviarsi verso il termine il processo legato ad uno dei fatti di cronaca più scioccanti e scabrosi accaduti in Italia negli ultimi anni.
Era il 27 giugno del 2021 quando Chiara Gualzetti, una ragazza di soli 15 anni di Monteveglio, in provincia di Bologna, raggiungeva un suo amico per fare una passeggiata. Non immaginava che quella giornata spensierata si sarebbe trasformata in un incubo.
Il 16enne, che aveva premeditato tutto, l’ha attirata verso un punto nascosto del parco dell’Abazia di Monteveglio e lì le ha tolto la vita accoltellandola prima e prendendola poi a calci e pugni per finirla.
Arrestato il giorno dopo, il ragazzo aveva confessato il delitto e raccontato di aver agito perché spinto da una voce demoniaca che aveva invaso la sua mente. Lo spirito in questione si chiamava Samae, protagonista della serie tv Lucifer.
Lo scorso luglio il giudice, al termine di un rito abbreviato, aveva condannato il ragazzo a 16 anni e 4 mesi di reclusione.
Nelle motivazioni veniva anche rigettata la richiesta di infermità mentale del giovane, che secondo il Giudice era invece perfettamente in grado di intendere e volere, oltre che senza la minima empatia o senso di colpa.
Confermata la condanna per il killer di Chiara Gualzetti
Alla sentenza di primo grado era seguito un ricorso in appello da parte dei legali del ragazzo.
Nella giornata di ieri il killer di Chiara Gualzetti ha compiuto il suo 18esimo compleanno, diventando così maggiorenne. Nello stesso giorno, nelle aule del tribunale di Bologna si è tenuto il processo in appello, dove sostanzialmente è stato confermato quanto espresso nel primo grado.
Il killer dovrà scontare il massimo della pena, ossia 16 anni e 4 mesi di reclusione.
In aula erano presenti ovviamente i legali dell’imputato e sua mamma. Assenti invece i familiari della vittima, poiché nei processi minorili non sono ammesse le parti civili.