Rosa Alfieri, ergastolo per Elpidio D’Ambra: il padre in aula ha momenti di tensione con l’imputato
Il padre della vittima era in aula al momento della richiesta di carcere a vita
Sul caso del decesso di Rosa Alfieri, richiesto l’ergastolo per Elpidio D’Ambra, imputato nel processo che riguarda il femminicidio della giovane ragazza di soli 23 anni. In aula c’era anche il padre di Rosa, che ha avuto alcuni momenti di tensione con l’uomo accusato di averle portato via per sempre l’affetto della sua amatissima figlia.
Il sostituto procuratore Rosanna Esposito ha chiesto in aula l’ergastolo per Elpidio D’Ambra, l’uomo accusato per la morte di Rosa Alfieri. La ragazza di 23 anni originaria di Grumo Nevano è stata trovata senza vita nella sua casa il primo febbraio del 2022.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la ragazza sarebbe stata strangolata. Forse aveva detto no alle richieste dell’uomo di un rapporto. Lei si è opposta con tutte le sue forze, ma non ce l’ha fatta. L’imputato avrebbe poi cercato di far perdere le sue tracce.
Togliere la vita a una ragazza di vent’anni per un motivo così spregevole, scuote le coscienze di tutti noi. Non si pensabile che una donna parcheggi l’auto nella sua abitazione e non esca più viva.
Queste le parole del sostituto procuratore. La Procura ha anche chiesto “l’aggravante dei motivi abietti e futili, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e l’ergastolo per l’imputato“.
Per il decesso di Rosa Alfieri richiesto l’ergastolo per l’unico imputato del caso
In aula ci sono anche stati momenti di tensione tra il padre della ragazza e l’imputato. In particolar modo quando è stato proiettato sui monitor il corpo della ragazza al momento del ritrovamento da parte delle forze dell’ordine.
Elpidio D’Ambra a novembre dello scorso anno aveva chiesto scusa alla famiglia di Rosa. Aveva detto di aver avuto un mostro in testa che gli ha detto di fare quelle cose. Ma il padre non aveva accettato le scuse:
Lui ha ucciso mia figlia, ma di quali scuse parliamo?